Considerazioni su “Papa Francesco e la Chiesa-mondo”, l’ultimo libro di Massimo Faggioli
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da: Roberto Guerra
Dio è morto, diceva Nietzsche e poi l’intero Novecento nei fatti, non solo per le due guerre mondiali, neppure un cosiddetto male, secondo certo umanesimo scientifico radicale. Figurarsi, nel tardo secondo novecento e inizio duemila attuale, dove persino scienziati accademici proclamano, poeticamente sia ben chiaro, la morte dell’uomo per un non ancora chiarissimo superuomo o nuovo homo tecno sapiens. Inoltre, parecchie sfumature ma ben poco liquide, hard in certa controcultura sempre dal Novecento almeno anche politica: Dio e quindi la Chiesa, Gesu Cristo incluso quasi, una allucinazione prescientifica, infanzia al massimo dell’umanità se non mero oppio dei popoli.
Naturalmente assai più complessa la querelle “metafisica”, certamente la modernità prima e poi la postmodernità, con la fine della morale di massa cattolica anche in Italia, almeno dominante, con – news recenti, sdoganamento persino di aborto, divorzio, omosessuali, ecc., la rivoluzione sessuale ecc., equivale storicamente – nel volgere di pochi decenni – a una vero e proprio immaginario ma pragmatissimo e tribunale della storia per credenti e l’apparato ecclesiastico di ogni chiesa; in Italia e Europa in particolare del Cristianesimo… e del Cattolicesimo.
Poi si sa, la Chiesa di Roma, non solo culla dell’Occidente, da millenni specie di diversamente medium messaggio dell’anima umana, se non una atipica “multinazionale” ante litteram non solo per lo spirito, come ben dimostra la storia, nel bene e nel male, vero e proprio Marketing celeste.
E da sempre una visione sublime già universale e planetaria, clamorosamente anche espressa, già dopo i secoli spesso bui del Medioevo, a livello psicologico dai vari Spinoza o Maestro Eckhart (e molii altri): anche in tempi ancora oscuri da pagine d’arte iconico religiosa (Raffaello, Botticelli, certo proto e poi Rinascimento doc aurorale) e addirittura nel Moderno da un genio quale Padre Teihlard de Chardin con i suoi voli evoluzionistici d’avvenire mistico-scientifici, Noosfera e Planetizzazione, Punto Omega del Cristo cosmico, ecc.
In ogni caso, già alcuni ultimi pontefici, tra vari Concilii e poi santificazioni significaive, ovvero il papa Buono Giovanni XXIII e il papa venuto da lontano, Giovanni Paolo II /Karol Woyjla (lo stesso papa Abini Luciani nel suo brevissimo pontificato) hanno nuovamente rilanciato con – a ben vedere – potenti innovazioni e reinvenzioni del messaggio medium di Gesù e gli apostoli e i Vangeli.., la stessa Chiesa di Roma, a volte persino più, in certo senso evoluta e progressista, di certo socialismo o scientismo. Per una Chiesa nuovamente, almeno a livello aurorale, al passo con il divenire anche del piccolo grande uomo, aperta alla conoscenza scientifica per inedite sinergie se non riformattazioni inimmagginabili e destinate ai secoli futuri, il Web incluso.
Nello stesso solco lo stesso raffinato e meno popolare papa tedesco Ratzinger e dopo la clamorosa “ritirata letterale” (e coraggiosissima!), il nuovissimo papa Bergoglio che già sembra accelerare come non mai la Chiesa di Roma per il terzo millennio. Rinnovando l’originaria Fede cristiana, ancor più planetizzata, sottintendo prossime clamorose aperture su temi generalmente dogma (pure almeno parzialmente e non senza ovviamente legittime perplessità su certi eccessi, soprattutto pseudolaici e pseudolibertari, ma non il senso di certe news storiche), non ultimo con già in atto dinamiche neoumanistiche (e trascendenti) anti finanzocratiche, oltre certa pure millenaria compromissione profana e “economicistica” (certa Banca solo punta di Iceberg…) della Chiesa di Roma.
Questi voli d’angeli e demoni (a seconda dei punti di vista) attraversa ci pare e con indiscutibile perizia e rigore storico psicologico e teologico stesso l’autore – grande autorità conoscitiva nello specifico – Massimo Faggioli: un volume ad hoc per chi, dopo la fine delle ideologie, in certo caos spesso troppo relativistico attuale, diversità religiose incluse, ama la conoscenza e la conoscenza come fare anima, anche negli anni duemila.
Roby Guerra
Riceviamo e pubblichiamo
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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
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