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da: ufficio stampa Verdi

“Tutti i peggiori progetti di cementificazione delle ultime aree agricole e naturali nei Lidi ferraresi, dal Villaggio Elisea alle villettopoli attorno al Lago delle Nazioni, che nemmeno i partiti della “Casta” erano riusciti a far approvare negli ultimi 15 anni, stanno diventando realtà grazie all’amministrazione comunale grillina di Comacchio. E’ iniziata l’era dei palazzinari a Cinque Stelle.”

Con queste parole la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo commenta l’approvazione, avvenuta ieri nel Consiglio comunale comacchiese con il solo voto dei seguaci di Grillo, di tre delibere urbanistiche, delibere necessarie ad aprire la strada a ben 10 interventi per un investimento complessivo calcolato dai proponenti in circa 185 milioni di euro.

“Ovviamente anche in questo caso si sprecano tutti gli aggettivi preferiti dagli “ecofurbi”: gli interventi sarebbero “sostenibili”, le costruzioni “ecologiche” e immerse nel verde, dedicate ad un turismo “slow”, ma la sostanza non cambia. Si tratta di una caterva di villette indipendenti, condite dai soliti servizi indispensabili al turista moderno quali centri commerciali, aree sportive, piscine, ecc. ecc. In poche parole una colata di cemento.”

“Alla faccia del consumo di suolo zero (punto questo sempre presente in ogni programma politico dei Cinque Stelle), si andrà a costruire negli ultimi scampoli di suolo agricolo sopravvissuti negli anni agli assalti dei costruttori e all’interno delle pinete rimaste. Non contenti, grillini e palazzinari assieme cercano di far passare il tutto come se costruissero degli alberghi, chiedendo perciò allo Stato agevolazioni fiscali per oltre 43 milioni di euro, quando è sufficiente guardare la documentazione (vedi allegato) per capire che si tratta dell’ennesima villettopoli, chiamata di volta in volta “resort” oppure “residenza alberghiera diffusa”, come se questi trucchi non li avessimo già visti ai tempi del Villaggio Elisea.”

“Per fare tutto ciò, cioè per rendere edificabili zone che non dovrebbero esserlo – continua l’esponente ecologista – si usa il solito escamotage dell’accordo pubblico-privato consentito dalla legge urbanistica regionale soltanto se si dimostra l’esistenza di un “rilevante interesse pubblico”, che in questo momento mi sfugge, mentre è ben chiaro il rilevante interesse privato.”

“Alla faccia anche della “democrazia del web”, altro punto forte dei Cinque Stelle, fino a qualche settimana fa la documentazione relativa ai 10 progetti era accessibile a tutti sul sito del Comune di Comacchio a questo indirizzo: http://www.comune.comacchio.fe.it/index.php/Notizie/Contratto-di-sviluppo-turistico.
Ora entra soltanto chi possiede una password, certamente per incentivare la partecipazione popolare.”

“Il Comune di Comacchio – tira le somme Meo – dovrebbe piuttosto dedicarsi a tutelare le immense risorse naturali che costituiscono il cuore del Parco del Delta del Po. Questa sì sarebbe una vera rivoluzione.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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