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da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara protagonista e premiata al 20° Congresso mondiale di Advanced Oncology, che si è tenuto dall’8 al 10 ottobre presso il Metropolitan Hotel di Atene e che ha visto intervenire più di 400 ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Oltre ad aver partecipato, tra le oltre 50 sessioni scientifiche, con conferenze plenarie e brevi comunicazioni su temi riguardanti strategie terapeutiche basate su microRNA e acidi peptido-nucleici, Unife è stata premiata tra le dieci migliori presentazioni scientifiche. Il Premio è stato conferito ad Enrica Fabbri, Dottoressa in Biochimica, Biologia Molecolare e Biotecnologie ed assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Ateneo, che ha presentato con successo la sua ricerca sulla possibile combinazione tra strategie anti-miR e utilizzo di molecole pre-miR nell’induzione di apoptosi in linee cellulari di glioma e neuroblastoma.
“Questa è stata una grande occasione per presentare una strategia innovativa di notevole interesse applicativo – afferma Enrica Fabbri – che sto testando su linee cellulari di glioma e neuroblastoma, ma che sono sicura potrebbe essere d’interesse anche per sviluppare nuovi protocolli terapeutici per altre forme di tumore. Questa tematica è stata tra l’altro finanziata dall’Airc (titolo della ricerca: Peptide nucleic acids targeting oncomiR and tumor-suppressor miRNAs: cancer diagnosis and therapy; Responsabile: Roberto Gambari, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife )”.
“Inoltre – prosegue la Dott.ssa Fabbri – l’interesse di questi studi riguarda anche la diagnostica molecolare e la prognostica in campo oncologico, come dimostrato dalla partecipazione del nostro gruppo al progetto Horizon-2020 Ultraplacad (ULTRAsensitive PLAsmonic devices for early CAncer Diagnosis), che vede Unife tra i partners di riferimento per quanto riguarda la validazione dei sistemi diagnostici che saranno prodotti. Questo lavoro si è potuto concretizzare, grazie all’attività del Prof. Roberto Gambari ed alla collaborazione e contributo decisivo di numerosi altri giovani ricercatori, tra i quali vorrei ricordare Eleonora Brognara, Alessia Finotti, Nicoletta Bianchi, Giulia Breveglieri e Monica Borgatti”.
Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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