Skip to main content

Da: Alice Carli, Gruppo Consigliare Per Fare

CHIESA, CONVENTO FORTEZZA, EDIFICIO SCOLASTICO, TEATRO
Sant’Agostino, un luogo della memoria, ma dimenticato dal 1967.
E’ il 2017, e l’ex amministrazione Fabbri decide di lavorare per il recuperare un punto strategico della Città,
“la fortezza”, grazie alla capacità di intercettare bandi e alla chiara idea di voler il recupero dell’area l’ex
amministrazione FABBRI pone le basi per un progetto di recupero, restauro e rifunzionalizzazione, avviato
tramite il Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020. Tale progetto prevede un investimento totale di 6 milioni
di euro, cofinanziato dal Comune e dal MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) ,
e vedrà, tra le altre opere, la realizzazione di un teatro auditorium e la riqualificazione dell’intero comparto
di Piazza Roma, del parco e delle strade adiacenti.
Lo strumento per raggiungere molti obiettivi in questi anni è sempre stato lo stesso: capacità di intercedere
fondi, lavoro a testa bassa, grande coordinazione con più settori e unitarietà nelle idee e nella visione della
città e dall’impulso straordinario di Comacchio Capitale della cultura 2018.
Questo modello negli anni ci ha portato alla realizzazione di progetti come:
il Museo del Delta Antico, la Cittadella dello Sport, lo Skate Park, la Piscina e una delle ultime sfide ambiziose
Sant’Agostino.
Era il 14 febbraio 2020, e a seguito del grande interesse suscitato dalla realizzazione dei saggi archeologici
preventivi presso il Complesso, fu illustrata alla cittadinanza, tramite un evento pubblico, il risultato delle
prime indagini archeologiche, le idee progettuali e la grande opera di recupero della memoria di questo
luogo.
Il progetto prevede un teatro, un auditorium, l’allestimento di un giardino per piccole manifestazioni estive
nella parte anteriore magari con attività per i più piccoli, mentre nell’area del parco interno si prevedono
eventi di considerevole affluenza.
Si progetta un’area dedicata a catering, caffetteria, con caratteristiche strutturali versatili che si adatta
facilmente ai diversi bisogni delle attività, si pensa al coinvolgimento di operatori economici del settore della
ristorazione o degli studenti dell’istituto alberghiero.
Si progetta un percorso nell’area verde, che valorizzi l’area archeologica emersa dalle indagini, mettendo a
sistema le emergenze architettoniche e storiche e i segni del passato.
Si progetta l’illuminazione per valorizzare le facciate del complesso, il suo recupero, la rinascita di un luogo
ed altri punti d’interesse e le aree verdi.
Ecco ricordato di cosa stiamo parlando, di cosa oggi il sindaco Negri parla, di una bellissima eredità che lui e
la sua giunta si sono trovati, di un gruppo di lavoro professionale affiancato da tecnici comunali, appassionati
e preparati che in questi anni hanno saputo metterci senso critico intelligenza e attenzione nelle delicate fasi
e scadenze. Finalmente quindi apprendiamo dai giornali che anche contro alle idee di parte della sua giunta
e parte dei suoi consiglieri il sindaco avvocato Negri sceglie di portare avanti la nostra visione, il nostro lavoro,
di numerosi mesi e di non perdere risorse e tempo; sono molto recenti le affermazioni dell’assessora Tomasi
che, in accordo con la consigliera Ballola, dichiara di voler modificare e ridimensionare il progetto esprimendo
contrarietà a questo tipo di recupero, senza però precisare idee, costi, tempi, proposte, concrete di un
eventuale cambio di marcia.
Ammetto di essere molto soddisfatta, ci vuole coraggio e intelligenza per affermare che una idea è buona e
vincente anche se non viene dal proprio gruppo e su questo punto il sindaco Negri ha dato dimostrazione di
aver agito con sapienza.
Ricordo che litigare e non avere una visione concreta accompagnata da possibili fondi o possibili bandi porta
a gravi conseguenze, dal punto di vista economico ma rischia soprattutto di perdere per sempre quel luogo.
Sant’Agostino lo abbiamo sempre pensato come uno spazio che i cittadini devono riprendere a vivere, dove
i bambini, le famiglie, i giovani possano trovare piacere nel bello, che prevede aree di diverso utilizzo e che
possa anche dare il teatro che anche Comacchio merita, gli spazi sono tantissimi e la sfida che io ho sempre
trovato interessante è quella di trovare i tanti contenuti che faranno rinascere quegli spazi, a partire dal
ritorno del parco e del giardino, quel luogo non sarà solo svago, teatro, cultura, verde intrattenimento
esposizioni temporanee ma luogo di crescita sociale ed economica. La politica in questo momento deve
lavorare tanto sulla ripartenza e noi il nostro contributo continueremo a darlo purchè si ricordi che le buone
idee non sono né di destra e nemmeno di sinistra ma fanno bene a tutti noi comacchiesi!
Esprime così la visione dell’Ex amministrazione la consigliera Alice Carli.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it