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da: Matteo Mingozzi, Consigliere Comunale MoVimento 5 Stelle Codigoro

Abbiamo atteso qualche giorno prima di commentare la delibera 107 del 30 luglio scorso, dove la Giunta ha approvato la perizia di variante ai lavori di riqualificazione di Piazza Matteotti. Ci aspettavamo infatti che vista l’enfasi con cui è stato pubblicizzato l’oneroso investimento, ci fosse, almeno nell’home page del sito del Comune, un’adeguata informazione in merito a questa variante, dove si autorizza la proroga della fine dei lavori, che slitta a mercoledì 9 settembre, a due giorni dall’inizio della Fiera di S. Croce. Inoltre, vi sarà un aumento del costo totale che passa da 835.000 a quasi 848.000 euro. Abbiamo già fatto una richiesta di accesso agli atti per l’aumento dell’importo di contratto di ulteriori 82.000 euro più il 10% di Iva, che vengono citati in delibera, assieme agli elaborati tecnici, ma non allegati. Questo ovviamente sulla base della documentazione che abbiamo a disposizione, se poi ci sono altri atti, con numeri differenti, sarebbe bene renderli fruibili anch’essi. Concludiamo dicendo che la scelta dell’Amministrazione di non informare i Codigoresi, tramite la stampa o il sito internet, in merito a questa variante ci stupisce solo fino ad un certo punto, dal momento che l’intero iter del progetto di riqualificazione di Piazza Matteotti ha lasciato i cittadini alla finestra, come meri osservatori ed ovviamente finanziatori totali dell’opera, visto che non c’è stato alcun momento di confronto né in Consiglio Comunale né in un’apposita iniziativa pubblica, nonostante in molti, anche attraverso i social network, abbiano espresso una chiara volontà di conoscere ciò che si voleva fare (pensiamo alle tavole del progetto, disponibili unicamente sul nostro blog) o ciò che è emerso durante gli scavi, come chiedeva il gruppo “Codigoro Centro Storico”, che conta quasi 700 iscritti. Il M5S di Codigoro continuerà comunque ad informare e a tradurre la documentazione per renderla accessibile a tutti coloro che vorranno saperne di più, perché crediamo che la politica, oltre agli oneri istituzionali, debba avere anche dei doveri non scritti, ma non per questo meno importanti, primo fra tutti il confronto civico e pacifico sui temi fondamentali della nostra comunità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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