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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Presentata questa mattina la “FESTA DEI VICINI” 2015, che si terrà il prossimo venerdì 18 settembre a Comacchio. Un appuntamento importante per l’Amministrazione Comunale che si rinnova ormai da cinque anni e che riprende una tradizione nata in Europa nel 2000 e poi diffusasi a livello mondiale.
L’obiettivo dell’iniziativa è sviluppare la convivialità, favorire la formazione di un buon tessuto sociale e rafforzare i legami di prossimità e di solidarietà tra gli abitanti dello stesso quartiere/condominio. Tradizionalmente, infatti, si tratta di un momento d’incontro, intorno ad un buffet o ad un aperitivo, tra famiglie che condividono la quotidianità nello stesso complesso o nella stessa zona, e prevede anche momenti di intrattenimento utili a stimolare la socializzazione.
L’appuntamento di quest’anno è presso i GIARDINI PUBBLICI di VIA SPINA (davanti al Circolo Laguna) per una grande festa. La “location” non è stata scelta a caso, ma ha un valore simbolico in quanto si trova nel cuore di un quartiere fittamente popolato, che comprende sia appartamenti di edilizia pubblica che abitazioni private.
A partire dalle ore 16,30, chiunque abbia voglia di stare insieme e fare festa, potrà partecipare alle varie iniziative organizzate dai volontari. Il contributo gratuito di quest’ultimi è fondamentale, in quanto consentirà un impiego minimo di risorse pubbliche per l’organizzazione dell’evento. Ci sarà animazione per i bambini e musica, distribuzione di gadget e naturalmente una bella tavolata di leccornie da condividere. Sarà festa grande, anche in condizioni meteo sfavorevoli, perché in tal caso ci si riunirà nel salone del Circolo Laguna.
“La Festa dei vicini ha radici solide nel Comune di Comacchio, grazie anche all’esperienza di ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) – ha commentato l’Assessore alle Politiche Sociali, Sergio Provasi – L’obiettivo è quello di farla crescere ancora di più, creando sinergie con le diverse realtà del territorio che lavorano nel sociale”. La nuova “squadra” che si occuperà della “festa di quartiere”, infatti, vedrà impegnati non solo i dipendenti del Comune e di ACER, ma anche due cooperative sociali che da tempo operano sul territorio comacchiese, la Onlus Girogirotondo e la Work and Service. “La festa si svolge in un quartiere diverso da quello dell’anno scorso – ha concluso l’Assessore – proprio perché i circa 500 alloggi gestiti da Acer sono dislocati in diverse zone della Città che hanno tutte la stessa priorità”.
“L’obiettivo è promuovere i valori della solidarietà e della convivialità, favorendo sinergie che possano continuare nel tempo – ha ricordato Angela Molossi, Responsabile Servizio Clienti dell’Acer di Ferrara -Vogliamo spronare la gente ad incontrarsi, soprattutto in un momento storico come questo in cui sembra prevalere l’individualismo, ma d’altra parte c’è sempre più richiesta di aiuto”.
“L’evento, che prevede un buffet, ma anche animazione musicale e intrattenimento per i più piccoli – ha precisato ancora la Responsabile di Acer – è stato quasi interamente organizzato tramite fondi europei. Il contributo economico di Acer è stato solo marginale in quanto la realizzazione della Festa dei vicini si basa sul lavoro volontario dei dipendenti Acer e sullo sforzo gratuito delle associazioni coinvolte”.
“La festa dei vicini a Comacchio ha per noi una valore rilevante – ha spiegato, infine Diego Carrara, Direttore dell’Acer di Ferrara – E’ un’occasione per creare relazioni tra le persone, ma anche per incentivare una relazione con i nostri uffici che vada al di fuori dell’orario di lavoro”.
“Con il Comune di Comacchio – ha concluso il Direttore di Acer – stiamo già facendo un grande sforzo sia in termini operativi che di programmazione e speriamo attraverso nuovi finanziamenti di iniziare a breve i lavori di recupero di diversi alloggi per poterli mettere a disposizione il prima possibile di chi ne farà richiesta”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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