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28 Aprile 2020

Radames Costa

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Nicola Minarelli, segretario provinciale PD

Radames Costa
Una vita al servizio della comunità.
Si è spento all’età di 90 anni Radames Costa. Come tanti esponenti del PCI nel secolo
scorso si era dedicato fin da giovanissimo alla politica attiva mettendosi al servizio
della comunità facendo politica attiva nel sindacato e poi nell’amministrazione della
città e della Regione
Figlio del partigiano Ugo Costa, ucciso a Cassana – Porotto pochissimi giorni prima
della Liberazione, cresciuto negli ideali paterni negli anni cinquanta si occupa di
politiche sindacali e diventa dirigente della CGIL, poi della segretaria provinciale del
PCI.
Negli anni caldi della contestazione giovanile e dell’autunno caldo ricopre la carica di
presidente della provincia (1967 – 1970) e poi diventa sindaco della città per due
legislature fino al 1980, la sua opera di amministratore continuerà negli anni seguenti
come consigliere e assessore regionale. Infine dal 1966 al 2006 sarà presidente
dell’ANPI provinciale.
Schivo, tenace, aveva una grande dote per un amministratore: sapeva ascoltare.
Aveva peraltro un particolare intuito politico che lo portava a trovare soluzioni
condivise soprattutto nel campo dell’economia e dell’urbanistica. A metà degli anni
settanta varò il primo grande piano regolatore della città avvalendosi della
collaborazione di grandi professionisti e di famosi architetti. Consapevole
dell’importanza di decisioni, è ricordato anche per non aver avuto indugi a requisire
la storica fabbrica di calzature Zenith, sempre negli anni settanta, in un momento di
grave crisi dell’occupazione e di problemi dei lavoratori.
La sua formazione è propria stata sul campo e si è speso con rigore e consapevolezza
di essere al servizio di tutti i suoi concittadini.
Ricorderemo il suo insegnamento.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it