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Da: organizzatori

Famiglie altamente soddisfatte, procedure di prevenzione del contagio adeguate, personale formato e in grado di rispondere al cambiamento garantendo la qualità del servizio. Questo il bilancio dei centri estivi gestiti dal Consorzio Res (costituito da quattro cooperative sociali del territorio: Cidas, Germoglio, Girogirotondo, Le Pagine, Serena), che hanno costituito un banco di prova anche in vista della riapertura dei servizi educativi e scolastici di settembre. “Grazie all’impegno della cooperazione sociale, la ripartenza estiva dei servizi educativi per i bambini e i ragazzi è stata un’esperienza positiva, che ha permesso alle famiglie di usufruire di un servizio fondamentale per la gestione quotidiana, ai bambini e ai ragazzi di ritrovare dopo tanto tempo una dimensione di socialità, agli educatori e al personale ausiliario di rientrare al lavoro in sicurezza” commentano Catia Toffanello, responsabile del settore cooperative sociali di Legacoop Estense e Chiara Bertolasi, responsabile di Federsolidarietà Ferrara. “La riapertura è avvenuta nel rispetto scrupoloso delle linee guida per la gestione in sicurezza delle attività educative e in sinergia con il Comune di Ferrara e i sindacati, nell’ambito di un Protocollo tra le parti che ha consentito di gestire efficacemente una sfida complessa”.

I centri estivi sono stati gestiti in piccoli gruppi con rapporti numerici adulto-bambino ridotti; i gruppi non entravano mai in contatto tra di loro, né condividevano materiali e strumenti. Era stato allestito un triage in entrata e in uscita dal servizio, con misurazione della temperatura, sanificazione delle mani e pulizia delle scarpe. Il personale è stato adeguatamente formato sulla sicurezza in relazione alla gestione dell’emergenza sanitaria e ha utilizzato i dispositivi di protezione individuale. I giardini sono diventati vere e proprie aule a cielo aperto, dove svolgere la maggior parte delle attività della giornata, compresi il pranzo e il momento del riposo in zone ombreggiate.

“Nell’intera durata del servizio, non è emerso alcun caso di positività al Covid tra personale e utenti” precisa Elias Becciu, presidente del Consorzio RES e responsabile del Settore Educativo della cooperativa CIDAS. “Nonostante la situazione Covid abbia cambiato in modo consistente la gestione del servizio, il Consorzio Res è riuscito a garantire, grazie alla professionalità del proprio personale, una qualità del servizio inalterata, confermata dai riscontri positivi ricevuti dalle famiglie”. Alle famiglie sono stati infatti consegnati questionari di gradimento (compilati dall’86%), che hanno restituito un livello di soddisfazione molto elevato: 5,78 in una scala da 1 a 6. “Con le famiglie abbiamo instaurato un rapporto di fiducia, in un clima di disponibilità e attenzione reciproca”, prosegue Becciu. “Non era scontato, considerato il contesto, per questo ci ha fatto piacere riscontrare che l’impegno che abbiamo profuso per garantire una costante informazione reciproca e una proposta educativa di qualità sia stata apprezzata dai nostri utenti”.

Complessivamente, tra i Centri Ricreativi Estivi – rivolti a bambini di età dai 6 ai 14 anni – e i Centri Ricreativi per l’Infanzia – fascia d’età dai 3 ai 6 anni – i bambini che hanno fruito del servizio sono stati 316 nel mese di giugno e 315 nel mese di luglio, suddivisi in 16 plessi. Gli educatori impiegati sono stati 65 a giugno e 78 a luglio, compresi gli insegnanti di sostegno. “L’esperienza positiva dei centri estivi conferma la capacità di progettazione e organizzazione che la cooperazione sociale è stata in grado di mettere in campo pur in una fase critica come quella che stiamo vivendo”, concludono Toffanello Bertolasi. “Una collaborazione costante e condivisa tra pubblica amministrazione e privato sociale che garantirà la riapertura dei servizi educativi per l’anno scolastico 2020/21 e che può essere ulteriormente migliorata e potenziata per il futuro, per fornire ai cittadini risposte adeguate ai loro bisogni”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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