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10 Maggio 2021

Camminare è virtù

Tempo di lettura: 2 minuti


Questa notte ho sognato nuovamente Napoleone, Biancaneve e Fedez.
Nel sogno mi aggiravo per il centro di Bologna, avevo bevuto delle birre per strada come si poteva fare un tempo, nei bei giorni in cui eravamo tutti liberi e felici prima dell’arrivo di questo germe che ci ha condannati ad un mondo illiberale (cit.).
Comprensibilmente, dopo tutte quelle 66 – sempre nel sogno – ebbi da urinare.
Urinai così per strada.
Lo so che fa schifo però a volte succede.
I bambini piccoli spesso lo fanno e sembrano sempre così pucciosi e carini anche mentre compiono questi atti da bestie.
Ma vabbè, io rispetto molto le bestie in genere, persino i miei simili tendenzialmente.
Poco dopo questo gesto di cui non vado fiero – anche se compiuto in sogno – il tutto si fa confuso.
Mi ricordo solo che mi sono svegliato poco dopo la visione di me stesso a tavola in una casa di persone che non conoscevo.
Ero in questa cucina con tutte le moderne comodità tipo il bollitore, la cocumella (cit.), il lavabo e anche il pappagallo: uno in gabbia che scandiva il segnale orario tipo Alexa® e uno sotto al tavolo usato però come sputacchiera.
Poi: perché usare un pappagallo a mo’ di sputacchiera qualcuno me lo dovrebbe spiegare ma vabbè.
C’erano anche svariati posacenere, un wok e persino un Bimby®.
Incuriosito quindi da questo attrezzo da cucina relativamente poco diffuso mi sono alzato da una sedia con la seduta in paglia per andare ad osservarlo e niente, l’ho scoperchiato e ciò che ho visto dentro al recipiente del Bimby® non lo scorderò mai: ebbene sì, era letteralmente un frullato composto da Napoleone, Biancaneve e Fedez.
Comprensibilmente mi sono svegliato urlando, tot. secondi buoni, quasi tipo l’inizio di “Tv Eye” ma ovviamente meno charmant.
Poi mi sono alzato e sono andato in bagno per defecare e adesso per fortuna è passato tutto.
La confusione è enorme, virtualmente illimitata ma la nebbia è fatta in fondo per dissolversi quindi io sono fiducioso.
Ma vabbè, buona settimana.

Pissing in a river (Patti Smith Group, 1976)

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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