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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Marcella Zappaterra: “Depositato un ordine del giorno per dare valore alle esperienze camerali e nuovo impulso allo sviluppo economico del territorio in stretta collaborazione con la Regione”

Il riordino delle Camere di Commercio torna a tenere banco in Regione. Dopo lo stop agli accorpamenti decisi a livello ministeriale ma senza un valido supporto normativo, la consigliera Marcella Zappaterra ha proposto un nuovo documento sottoscritto da numerosissimi colleghi consiglieri del gruppo Pd in Emilia-Romagna.

“Mi occupo del tema ormai da tempo, da quando l’accorpamento tra le Camere di Ferrara e Ravenna aveva iniziato a destare più di un malumore sul territorio. Lo stop alla riorganizzazione sancito anche dalla Corte Costituzionale è stato il frutto di una forzatura che non teneva in conto le peculiarità dei territori” ricorda Zappaterra.

“Con l’ordine del giorno depositato oggi chiediamo alla Giunta di portare la questione del riordino delle Camere di Commercio in sede di Conferenza Stato-Regioni con l’obiettivo di proporre al Governo una modifica condivisa alla normativa vigente. Nessuna preclusione ideologica alla riorganizzazione delle sedi, ma attenzione a garantire una maggiore efficienza dell’azione camerale. – specifica la consigliera dem – Ecco perché sarebbe utile immaginare meccanismi che rendano volontari i processi di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali, lasciando agli Organi delle singole Camere di commercio le valutazioni economico-giuridiche necessarie. In generale oggi si sta riscoprendo una nuova centralità nel governo del territorio da parte di Prefetture e Province, immaginare che ci sia più coincidenza tra queste e le Camere di Commercio può dare valore ad una azione collettiva”.

“Quello che immaginiamo, è che le Camere di Commercio possano diventare un utile strumento anche per rafforzare le politiche regionali di sviluppo del territorio, sia in tema di progetti e servizi per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, sia concertando tra Camere e Regione opportunità e destinazione di parte del gettito relativo all’aumento del diritto annuale fino a un massimo del 20%. Una proposta concreta per favorire lo sviluppo dei territori, tutelando anche l’occupazione e le politiche di turn over del personale impiegato nelle Camere. Sono contenta – conclude Zappaterra – che il documento che ho proposto abbia trovato l’appoggio dei colleghi consiglieri di tutte le province dell’Emilia-Romagna: un segnale di quanto sia sentito ovunque il tema della tutela e del sostegno alle imprese”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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