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da: ufficio stampa e comunicazione FuturPera

Soddisfazione da parte gli organizzatori per il grande interesse nei confronti di questa prima edizione dell’evento, la qualità dei convegni e degli incontri tecnici.

La sfida della prima edizione di FuturPera, la manifestazione fieristica che ha coinvolto l’intera filiera della pericoltura, è vinta. L’evento, che ha avuto l’adesione delle più importanti aziende del settore – produzione, commercializzazione, logistica, agrofarmaci, macchine e attrezzature – è stato visitato, in tre giorni, da oltre ottomila persone.
Grande interesse per la parte espositiva, anche da parte del pubblico straniero e dei buyer nazionali e internazionali consapevoli delle potenzialità del prodotto.
Ottimo successo anche per Interpera, il congresso mondiale dedicato alla pera che si è svolto in contemporanea a FuturPera e per i numerosi convegni e incontri tecnici dedicati, in particolare, alle nuove sfide per la lotta alle avversità del pero, prima tra tutte la cimice asiatica; la ricerca scientifica in campo varietale e l’innovazione del prodotto finalizzata a raggiungere nuovi mercati. E di nuovi mercati si è parlato molto nel corso di tutta la manifestazione che aveva proprio, come primo obiettivo, favorire e promuovere la commercializzazione della pera e favorirne il consumo. Dell’importanza di rilanciare i consumi anche sui mercati esteri ha parlato Stefano Calderoni, presidente della società FuturPera, formata da Organizzazione Interprofessionale Pera e Ferrara Fiere.
«Dopo anni difficili per la pericoltura italiana – spiega Calderoni – si respira finalmente un’aria positiva, una voglia di rilancio generale del settore. Siamo consapevoli che questo rilancio debba passare necessariamente dalla promozione e comunicazione più efficace del prodotto e penso che FuturPera sia un importante tassello di questa operazione. Tutti i dati indicano che il settore pericolo ha davvero grandi potenzialità di crescita: basta pensare che la pera di colloca al settimo posto come abitudine di consumo delle persone (fonte Agri2000) e chi la consuma ha tra i 50 e 55 anni di media. Occorre, dunque, puntare a diffondere l’abitudine di mangiare la pera tra i bambini e i giovani e soprattutto raggiungere i consumatori stranieri che sono un bacino potenziale vastissimo. Se in Italia, infatti, si consumano circa 11 kg di pere all’anno, la media europea di consumo è di 4 kg pro capite. FuturPera deve quindi contribuire a creare relazioni internazionali e affermarsi sempre più come punto di riferimento per la pericoltura italiana e mondiale.»
Soddisfazione è stata espressa anche da parte di Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera. «Sono molte le idee e le proposte emerse nel corso di FuturPera – ha commentato Amidei – che ora devono concretizzarsi in nuovi progetti per lo sviluppo del comparto. Altissimo il livello tecnico dei convegni che hanno dato all’intera filiera nuovi spunti di riflessione. Ora la vera sfida è superare, attraverso l’innovazione di tutta la filiera, il gap che rende la pera un prodotto più “delicato” a livello di conservazione e più difficile da consumare. Per questo occorrerà continuare nei prossimi mesi nel tentativo di trasformare il prodotto pera in un brand appetibile per il consumatore».
Grande soddisfazione anche per Filippo Parisini, presidente di Ferrara Fiere che ha appoggiato sin dall’inizio il progetto di una fiera dedicata alla pera, andando verso l’obiettivo di specializzare fortemente il quartiere fieristico di Ferrara.
«Le fiere specializzate, soprattutto dopo l’Expo, sono le uniche che stanno crescendo. Con FuturPera abbiamo fatto un deciso cambio di passo proprio in questa direzione, organizzando una manifestazione di settore, fortemente orientata a un unico prodotto. Nel farlo abbiamo ascoltato le richieste di un territorio che non comprende solo Ferrara ma tutta la zona di produzione della pera in Pianura Padana. L’obiettivo di Ferrara Fiere, nei prossimi anni, è certamente quello di diventare il quartiere delle eccellenze agricole ed agroindustriali. Penso a settori come la risicoltura, la pesca con la valorizzazione della vongola e dell’anguilla, ma anche la promozione del Delta che ha ottenuto il Mab Unesco per il suo patrimonio di biodiversità. Eventi fieristici mirati, orientati all’economia territoriale e di grande qualità.»
La prima edizione di FuturPera è stata organizzata da Ferrara Fiere e Oi Pera in collaborazione con Regione Emilia – Romagna e Fondazione Navarra e con il contributo di Comune e Provincia di Ferrara, Cia, Coldiretti e Confagricoltura e può contare su tre main sponsor: Cassa di Risparmio di Cento, Camera di Commercio di Ferrara e A&A.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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