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Da: Regione Emilia-Romagna

Da Bologna e Modena la maggior parte delle candidature delle imprese che hanno preso parte alla seconda edizione dell’iniziativa. Coop Alleanza 3.0, Il Germoglio, Impronte, Sandra e U-Watch vincono nelle 5 categorie

Bologna. Un premio per valorizzare le migliori esperienze realizzate dalle imprese emiliano-romagnole sui temi dello sviluppo sostenibile. Un riconoscimento che quest’anno ha visto emergere 19 progetti dedicati alle idee più interessanti legati alla responsabilità sociale di impresa.
Si è svolta oggi, nella Sala polivalente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, la premiazione dei progetti vincitori. È stata anche l’occasione per sottolineare l’importanza del contributo del mondo produttivo al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’Onu con l’Agenda 2030, sottoscritta da 193 Paesi nel settembre 2015.
Alla seconda edizione del premio regionale per la responsabilità sociale di impresa, dal titolo “Innovatori responsabili”, hanno partecipato 53 imprese dell’Emilia-Romagna. Quattro le categorie tematiche: impresa per la scuola, per l’occupazione, per l’ambiente, per la qualità della vita.
Le candidature, provenienti da tutte la regione, con in testa le province di Bologna e Modena (11 progetti a testa), hanno coinvolto ogni tipologia d’impresa sia per dimensioni che per settori di attività.
Nella categoria ‘L’impresa per la scuola’ il primo premio è stato assegnato a Coop Alleanza 3.0 di Bologna con il progetto ‘Tipici di Gusto – scuola, cultura, territorio’, che ha messo in rete 22 istituti superiori in cinque regioni, creando percorsi di analisi e valorizzazione delle produzioni locali in sinergia con i principali attori delle filiere ed esperti, realizzando il sito www.tipicidigusto.it, alimentato da centinaia di studenti.
Nella categoria ‘L’impresa per la crescita e l’occupazione’, la cooperativa sociale ‘Il Germoglio’, onlus di Ferrara, si è classificata prima con il progetto ‘Ricicletta’, che ha realizzato un nuovo servizio rigenerando circa 2.100 biciclette, di cui oltre 700 vendute, creando così nuove opportunità di lavoro.
Per la categoria ‘L’impresa per l’ambiente’, vincitrice la cooperativa Impronte di Ravenna, con il progetto ‘Kirecò, Parco dell’innovazione per le imprese, il territorio e le persone’. Nel realizzare la propria sede, è stato avviato un intervento di riqualificazione di un’area degradata mettendo a disposizione spazi per la cittadinanza e di co-working rivolti ad imprese sensibili ai temi della sostenibilità.
Sandra Spa, impresa di Parma del settore packaging, si è aggiudicata il primo premio per la categoria ‘L’impresa per la qualità della vita’, col progetto ‘Safe Circle’. Partendo da un impegno consolidato sui temi della sicurezza sul lavoro, è stata promossa la prevenzione dei rischi negli ambienti domestici. Sono stati coinvolti oltre 250 dipendenti in attività di valutazione dei rischi, con un incremento del 60% delle buone prassi per la sicurezza e la riduzione degli infortuni esterni.
La sezione speciale ‘Start Up innovative’ è stata vinta da U Watch, azienda di Faenza che ha progettato un bracciale dalle dimensioni e delle sembianze di un orologio per il monitoraggio delle persone affette da demenza senile e Alzheimer. U Watch consente di monitorare la persona nell’arco delle 24 ore presso la propria abitazione, evitando il trasferimento in strutture dedicate con risparmi significativi per le famiglie e il Sistema sanitario.
Le imprese vincitrici avranno la possibilità di partecipare al programma Go-Global di promozione e internazionalizzazione della Regione Emilia-Romagna, come ambasciatori ER.Rsi in Italia e nel mondo. Per i vincitori di ogni categoria la Regione ha realizzato video promozionali e assegnerà un contributo per sostenere ulteriori azioni nel 2017 sui temi dello sviluppo sostenibile.
Assegnate inoltre 4 menzioni speciali a Impronta Etica di Bologna, per il progetto Pact 4 Youth – Atction Plan Italiano; Executive Service, società benefit di Castel San Pietro Terme, per il progetto 00Gate, il primo Data Center a emissioni zero del Sud Europa; Gala Cosmetici di Forlì per il progetto Bio Natyr – benessere solidale, e a Serigrafia 76 di Montecchio Emilia, per il progetto Festa della Mamma che lavora. /AA

Per maggiori informazioni: http://imprese.regione.emilia-romagna.it/Finanziamenti/rsi/premio-er-rsi-2016-innovatori-responsabili

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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