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Il 10 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti umani, la Rete per la Pace di Ferrara promuove un sit in alle ore 17 davanti alla sede della Prefettura, accogliendo l’appello della Rete Io Accolgo per dire basta alla violazione dei diritti umani e del diritto internazionale.
Le violenze e l’abbandono che da mesi stanno subendo migliaia di uomini, donne e bambini al confine fra Polonia e Bielorussia e che hanno già causato diverse morti anche fra bambini e donne in gravidanza, rappresentano un nuovo fronte di una guerra ai migranti da troppo tempo in corso ai confini dell’Europa.
Respingimenti, violenze e morti proseguono senza sosta anche in Libia, nel Mediterraneo, sulla rotta balcanica ed anche nel Canale della Manica dove la settimana scorsa sono naufragate 31 persone.
Uomini, donne e bambini in cerca di un futuro e di una possibilità diventano ostaggi dei contrasti
politici fra Paesi e vittime delle politiche dei muri e del filo spinato. Non vogliamo limitarci ad esprimere la nostra indignazione e sofferenza per quello che accade. Da cittadini italiani ed europei chiediamo al Governo italiano e all’Europa di porre fine alle politiche di esternalizzazione e chiusura delle frontiere, di porre fine agli accordi con Libia, Turchia e altri paesi terzi fatti sulla pelle delle persone, di fermare le stragi e riformare radicalmente il sistema di accoglienza e di asilo, prevedendo canali legali di ingresso. Sosteniamo le 10 proposte della campagna Io Accolgo “Per un nuovo patto europeo per i diritti e l’accoglienza”.
Chiediamo di cessare politiche estere che antepongono interessi geopolitici ed economici al rispetto dei
diritti fondamentali degli esseri umani e dei popoli, e sono causa di profonde disuguaglianze ed ingiustizie.
Nell’agosto scorso le immagini delle migliaia di persone ammassate all’aeroporto di Kabul, nella
speranza di poter lasciare l’Afghanistan, hanno scosso l’opinione pubblica di tutto il mondo. Il dramma
afghano, di cui è fortemente responsabile l’occidente, continua con una gravissima crisi umanitaria, così come continuano le violazioni dei diritti e i rischi concreti per la vita di molte persone. Cosa resta di tutta
la solidarietà espressa nei mesi scorsi e degli impegni assunti dalla nostra politica? La realtà è che chi riesce, fra mille pericoli e difficoltà, a lasciare il Paese continua a subire respingimenti illegittimi lungo le frontiere europee.
Non servono retorica e solidarietà priva di contenuti, servono politiche diverse.

RETE PACE FERRARA

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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