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Dopo il successo della passata stagione e dell’appuntamento natalizio, ritorna nella splendida cornice del Giardino Creativo del Factory Grisù di Via Mario Poledrelli 21 a Ferrara, la rassegna Autori a Corte- presentazioni letterarie con degustazione.
La manifestazione che gode del Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara, della collaborazione con l’Istituto Città del Ragazzo e del sostestegno di Pressup Srl, Banca Mediolanum, Sara Assicurazioni, Hotel Carlton e della testata giornalistica Estense.com, è organizzata dall’Associazione Culturale Charles Bukowsky.
La kermesse letteraria che prevede 5 serate nell’arco del mese di luglio, vedrà l’alternarsi di 20 autori locali con anteprime assolute ed autori di respiro nazionale.
L’inaugurazione della rassegna avverrà Mercoledì 11 luglio alle ore 19.45 e vedrà protagonisti i danzatori della Jazz Studio Dance che si esibiranno in una coreografia ideata e diretta da Silvia Bottoni, ispirata al libro di Marco Gulinelli, “Il trapezista”.
Danzeranno: Vladislav Kniazev, Martina Saccenti, Sara Pozzati, Giulio Fortini, Cristiana Brunazzi, Eleonora Balleri, Giulia Perinati (con la partecipazione del piccolo Edoardo Bozzoli).
Alle ore 20.00 Marco Gulinelli presenterà il suo nuovo libro “Il trapezista” (La nave di Teseo Edizioni). Modererà Andrea Ansaloni.
Il romanzo di Marco Gulinelli è una storia di tradimenti, di amore, di “salti”. E di “cadute”. Protagonista è il chirurgo Marcello Codeluppi, detto Lupo, che prima di diventare un medico dalla brillante carriera, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza tra i tipici inverni grigi di Ferrara e le fiabesche estati delle fiere tra l’Emilia e la Romagna. A rivoluzionare la sua vita sarà l’incontro con il circo di Alfio Brillante e l’affascinante Colette che lo inizierà all’arte del trapezio. Sogna di intraprendere una vita da circense, prima che una bruciante delusione lo costringa a tornare alla monotonia della vita cittadina. Dopo lunghi anni, l’incontro con Pilar farà rinascere in lui l’ingenuità e la spensieratezza dell’infanzia, capace di riaccendergli il desiderio di buttarsi come un trapezista in un sogno tutto da vivere. Con il nuovo romanzo, Gulinelli evidenzia le zone d’ombra nelle quali il recondito fallimento delle persone è sempre pronto a rivelarsi.
Alle ore 20.30 saranno presentati in anteprima il giallo del poeta e giornalista Sergio Gnudi, “La statua del potere” (La Carmelina Edizioni) e “La tradicesima Musa” (La Carmelina Edizioni) di Carlo Degli Andreasi.
Le protagoniste del giallo di Sergio Gnudi sono Chiara e Giulia, due giovani donne, amiche e colleghe. Grazie alla loro intraprendenza ed audacia, risolveranno uno strano caso ed affronteranno prove di coraggio e di resistenza psicologica che le porterà dalla nave da crociera “La regina Blu” alle porte del Sahara. Il romanzo è il primo, riuscito esperimento dell’autore, concepito per un pubblico young adult ma che risulta fruibile anche da un pubblico adulto.
“La tredicesima Musa” di Carlo degli Andreasi è una sorta di spice story che si sviluppa all’interno del treno che ospita i protagonisti del romanzo d’esordio dell’autore.
Modererà il Direttore editoriale Federico Felloni.
Ospite d’onore della serata sarà il giornalista padovano e scrittore noir Massimo Carlotto, che alle 21.30 presenterà il nuovo, atteso romanzo “Cristiani di Allah” (E/O Edizioni).
Siamo ad Algeri nel 1541. Da una parte l’armata di Carlo V, punta di lancia della Cristianità, dall’altra i corsari di Hassan Agha, rinnegati europei cristiani che hanno abbracciato l’Islam. Anche i protagonisti del romanzo, Redouane e Othmane, sono dei corsari rinnegati. Il primo albanese, il secondo tedesco, ex lanzichenecchi, hanno scelto la libertà di Algeri, da dove salpano sul loro sciabecco per le scorrerie e dove credono di poter vivere indisturbati la loro storia d’amore proibita. Othmane commetterà l’errore di invaghirsi di un giannizzero e trascinerà anche Redouane in un gorgo di vendette, agguati ed affascinanti intrighi.
Modererà il giornalista Sergio Gessi.
L’ intera serata sarà accompagnata dalla degustazione di birra artigianale offerta dal birrificio trevigiano Morgana.

Da: Autori a Corte

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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