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Da: Ufficio Stampa del Comune di Ferrara

“Nel riformulare il regolamento per l’accesso ai servizi per l’infanzia abbiamo pensato alle esigenze delle famiglie, delle mamme e dei papà che non devono essere costrette a scegliere tra fare dei figli e poter continuare a lavorare. Abbiamo pensato ai bisogni di chi si trova da solo a dover crescere un bambino, di chi ha in casa una persona disabile e di chi, venendo da fuori, vuole costruire il suo futuro a Ferrara. Anche questo è un modo per sostenere la natalità e la formazione di nuove famiglie”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, commenta la proposta di modifica al regolamento sui Servizi Educativi per l’Infanzia approvata oggi dalla Giunta e che verrà sottoposta al Consiglio Comunale.

“L’obiettivo principale è favorire la conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di cura delle famiglie riequilibrando i punteggi che venivano assegnati a diversi nuclei familiari”, spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara, Dorota Kusiak. “L’aspetto che abbiamo valorizzato maggiormente ai fini dell’assegnazione dei punteggi è appunto l’aspetto lavorativo, in questo modo abbiamo messo in condizioni i nuclei in cui entrambi i genitori sono occupati di poter accedere con più semplicità al servizio – aggiunge Kusiak-. Una scelta che vuole tutelare anche l’occupazione femminile che negli ultimi tempi, come dimostrano i dati, sempre più spesso vede le donne perdere o rinunciare al lavoro quando diventano madri”.

Una importante attenzione è stata riservata nel testo di modifica al Regolamento anche alle fragilità, come i nuclei familiari monogenitoriali o le coppie genitoriali non conviventi, o a quelle famiglie di cui fa parte un disabile, sia minore che adulto.

“Un altro aspetto su cui abbiamo lavorato è la valorizzazione della residenzialità – specifica ancora Kusiak -. Viene mantenuto l’accesso prioritario ai servizi educativi del Comune ai bambini residenti e viene data attenzione anche alle giovani famiglie che decidono di investire sul nostro territorio acquistando casa. A queste verrà garantita la possibilità di essere inserite nella graduatoria dei residenti e di avere un punteggio parziale anche se non hanno raggiunto i 5 anni di residenza nel nostro Comune”.

Per quanto riguarda le clausole di accesso e frequenza dei servizi educativi , requisito fondamentale è l’assenza di morosità nei confronti dell’ente comunale sui servizi educativi e scolastici usufruiti. “Entro una certa data di ogni anno tutte le morosità devono essere saldate per poter frequentare i servizi del nostro Comune, pena le dimissioni d’ufficio – spiega Kusiak -. Questo si rende necessario per garantire a chi il servizio lo paga o lo pagherebbe regolarmente, di non vedere occupati posti da chi nonostante le agevolazioni, le dilazioni e la possibilità di rateizzare i debiti o di rivolgersi ai servizi sociali per un sostegno si ostina a non pagare”.

L’ente garantisce, comunque, la possibilità di pagare le rette in base al reddito ed è mantenuta la possibilità di rateizzare il debito, per le situazioni di documentata indigenza.

“Nei casi di più morosità ripetute è prevista anche la possibilità di una interruzione della frequenza nel corso dell’anno”.

Il testo propone modifiche anche alle modalità di comunicazione dell’assegnazione dei posti con un punto unico per la consultazione e l’aggiornamento costante della graduatoria, anche una volta assegnati i posti in prima istanza, che dà la possibilità alle famiglie di iscriversi in qualsiasi momento dell’anno, pur con le penalità spettanti a chi non completa l’iscrizione nei termini.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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