Skip to main content

di Federico Di Bisceglie

In questo movimentato periodo di grandi riforme e referendum nei quali i cittadini sono chiamati a votare, molto spesso senza avere bene in mente per cosa votano, è sempre più opportuno fare chiarezza rispetto a quelli che sono i propri diritti e i propri doveri. Non aiutano certo le fiction e le serie televisive, che fanno passare determinati iter giudiziari come teatrini e messe in scena spettacolari, senza trattarne ciò che in realtà è la vera essenza. E in linea di massima, a meno che un cittadino non sia stato direttamente coinvolto in un processo o abbia assistito ad un’udienza in prima persona, non sa cosa sia veramente l’autentico processo penale e tutto ciò che ne consegue. La conferenza “Ruoli e fasi del processo penale”, tenuta dal pm Nicola Proto e dall’avvocato Claudio Maruzzi nell’ambito dell’Agorà degli studenti organizzata al Liceo Ariosto sabato 16 aprile, è stata senza ombra di dubbio chiarificatrice, in modo particolare riguardo i rispettivi ruoli e le fasi che il processo penale prevede.

Il pm Proto e l’avvocato Maruzzi hanno illustrato in breve il percorso per diventare magistrato o avvocato poi entrambi hanno spiegato in modo preciso, ma facile e comprensibile per l’uditorio, come si svolge il processo penale, quali siano le modalità da seguire e i propri rispettivi ruoli al suo interno, ciò che comporta essere indagati, formulare un’accusa, impostare una difesa; infine come si svolge l’ultima fase dibattimentale. Il tutto facendo riferimenti alle grandi inchieste italiane quali: il maxi processo alla mafia e la famigerata “Mani Pulite”. I due giuristi hanno potuto chiarire i diversi interrogativi sorti durante il dibattito, precisando in maniera obiettiva il difficile quadro giudiziario e sociale nel quale le inchieste hanno preso corpo. In particolare il pubblico ministero Proto, parlando del maxi processo, ha spiegato il difficile iter che il processo stesso ha dovuto affrontare, in relazione anche all’applicazione del “nuovo” codice di procedura penale, entrato in vigore nel 1989 quando il processo si era già ampiamente sviluppato, ma che prevedeva ruoli giuridici diversi da quelli previsti nel precedente ordinamento. Per esempio: l’abolizione della “figura” del giudice istruttore. L’avvocato Maruzzi ha trattato invece un altro aspetto interessante, che di fatto costituisce un tassello fondamentale per la difesa, la testimonianza e per qualsiasi altro fattore che possa essere utile all’indagine: l’ambito emotivo. Le emozioni che una situazione suscita in una persona in un determinato momento e in un determinato luogo sono imprescindibili per avere un quadro completo e chiaro di una vicenda; quindi un professionista che si rispetti ha il compito di valutare e vagliare ogni singola informazione.

Le tematiche trattate nella conferenza di sabato sono incredibilmente attuali e meriterebbero un pubblico numeroso, iniziative di questo tipo contribuiscono alla consapevolizzazione dei cittadini e all’apprendimento di un valore che il senso comune reputa ormai troppo lontano: la giustizia.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it