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Yahoo! Answers sta per scomparire definitivamente. La piattaforma ha chiuso il 4 maggio 2021; l’ultima azione consentita ai suoi iscritti è richiedere il download dei propri dati entro il 30 giugno. Venne lanciato nel 2005 negli Stati Uniti (in Italia nel 2006), nato dall’idea di due studenti del college, Jerry Yang e David Filo.

Il servizio Answers di Yahoo! era tra i più famosi del motore di ricerca. Il suo funzionamento era semplice: si creava un profilo e poi si poteva scrivere qualsiasi tipo di domanda e rispondere a quelle fatte da altri. Chiunque poteva dare il suo parere, erano poi gli altri utenti a decidere se si trattava di una risposta valida o meno, votandola. Più voti si ottenevano, più punti si guadagnavano.
Yahoo! divenne così un calderone in cui confluivano domande sui temi più disparati, le cui risposte non venivano fornite da un algoritmo, ma da un’umanità variegata e non moderata “dall’alto”.
Fu così che divenne una piattaforma su cui potersi anche divertire, ponendo quesiti volutamente (almeno, questa è la speranza) folli. Non appena giunta la notizia della chiusura, i navigatori del web hanno cominciato a raccogliere le domande più bizzarre di sempre (ad esempio: “Secondo voi gli alberi possono parlare?”, “chi è feat?? non capisco perché c’è in quasi tutte le canzoni??!!?”, “Si può fare sesso al nono mese di gravidanza? ho paura che dopo quando nasce mia figlia rimane incinta anche lei e vorrei evitare l’effetto matrioska”.

Yahoo! giustifica la sua scelta in questo modo: “con il cambiamento delle esigenze dei nostri membri, la sua popolarità è man mano diminuita. Abbiamo deciso di indirizzare le nostre risorse verso servizi diversi da Yahoo Answers”.
La fine dell’ ‘era Yahoo!’ ha suscitato malinconia nei suoi vecchi utenti più affezionati, perlopiù millennials, che si sono sfogati scrivendo post del tipo “Hanno chiuso yahoo!answers, la mia infanzia sta guardando da dietro un finestrino bagnato dalla pioggia”.

Al di là dell’accuratezza e attendibilità delle risposte, la piattaforma è stata interessante proprio perché ha messo il focus sull’elemento umano: il ricercatore trovava conforto nel vedere che altre persone passano attraverso le stesse situazioni o affrontano gli stessi problemi.

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Vittoria Barolo

Dagli studi classici alla laurea in comunicazione. Una giovane che ricerca la sua strada, tra il fascino per la sua terra, il Polesine, e un occhio di riguardo per l’ambiente. Le piacciono i cani, il cioccolato, le foto e le piante carnivore.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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