Cso Italy si presenta in India: un Paese emergente con tante opportunità per l’ortofrutta
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da: ufficio Stampa CSO
Il CSO ITALY ha partecipato ieri, nell’ambito del Programma Straordinario Made in Italy organizzato da ICE in collaborazione con FIFI – Forum of Indian Food Importers, Image Group e Sector Media al Seminario tenutosi a New Delhi alla presenza dell’Ambasciatore italiano in India Dr. Lorenzo Angeloni e del Direttore ICE India Francesco Pensabene .
Nel suo intervento di presentazione, Paolo Bruni Presidente di CSO ITALY ha preso in esame il contesto produttivo e di mercato evidenziando i flussi di importazione e le potenzialità di sbocco per l’Italia.
Attualmente l’India è la 10° economia al mondo per PIL nominale, ma ha raggiunto il terzo posto, dopo Cina e USA, in termini di potere di acquisto (insieme a Brasile, Russia, Cina e Sudafrica rappresenta una delle maggiori economie emergenti).
Con oltre 1,2 miliardi di persone è il 2° Paese più popolato al mondo (ancora elevato il tasso di crescita e nel 2030, secondo alcune stime, potrebbe diventare il primo).
Rappresenta il 7° Paese al mondo per estensione geografica (comprende una vasta gamma di condizioni meteorologiche e climatiche).
A livello di import , l’India presenta un trend in costante crescita per numerosi prodotti ortofrutticoli tra cui le mele, importate da Cina (circa 40%),USA (salite oltre il 30%),Cile (in flessione attorno al 10%), Nuova Zelanda (in ascesa oltre il 10%.), l’Italia è in crescita con volumi che nel 2015 sono saliti oltre le 10.000 tonnellate.
Per quanto riguarda il Kiwi, l’Italia è il primo fornitore dell’India, insieme alla Nuova Zelanda e anche sulle pere c’è un discreto flusso di importazione dall’Italia ma il principale fornitore resta il Sud Africa.
L’India è un paese dalle grandi potenzialità perché può importare numerosi prodotti ortofrutticoli italiani come mele, arance, pere, kiwi, uva e susine ed è una economia in forte crescita.
“ L’incremento delle esportazioni italiane in India – dichiara Paolo Bruni, Presidente di CSO ITALY – può dare vantaggi a doppio senso: l’ India avrebbe produzioni diversificate e di qualità e Italia avrebbe la possibilità di incrementare i propri scambi commerciali.
Per quanto riguarda le condizioni fitosanitarie che regolano l’import di alcuni prodotti ortofrutticoli – prosegue Bruni – sarebbe auspicabile un’ applicazione omogenea delle condizioni, in tutti gli Stati dell’India abilitando i diversi porti di entrata.”
Occorre tuttavia sottolineare – conclude Bruni – che per avviare un flusso di esportazione consistente servirebbero maggiori infrastrutture ed un sistema logistico efficiente in modo da garantire un elevato livello qualitativo delle produzioni in entrata”.
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
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