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Sabato 3, per il secondo appuntamento firmato Note di Settembre, l’Arena di Palazzo Bellini a Comacchio (FE) è pronta ad ospitare Musica Nuda, travolgente voice’bass combo formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti impegnati nel loro “Little Wonder Tour”

Sabato 3 (ore 21.30), per il secondo appuntamento firmato Note di Settembre, l’Arena di Palazzo Bellini a Comacchio (FE) è pronta ad ospitare Musica Nuda, travolgente voice’bass combo formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti impegnati nel loro “Little Wonder Tour”. Possiamo asserire che quello tra Petra e Ferruccio è un incontro fortuito, voluto dal destino. Cantante solista con all’attivo già quattro album, nel gennaio 2003 la Magoni aveva in programma un mini-tour in alcuni piccoli club della “sua” Toscana con un amico chitarrista. Proprio il giorno del loro primo concerto, quest’ultimo si ammala. Invece di annullare la data, la cantante chiede a Spinetti – già contrabbassista degli Avion Travel – di sostituirlo all’ultimo minuto. Nasce così Musica Nuda, duo che propone, con sorprendente immediatezza e dirompente energia, un’originalissima rilettura di brani che ripercorrono la storia della musica senza preclusione di generi: da Monteverdi a Sting, passando per i Beatles, Edith Piaf, Bob Marley… In dodici anni d’intensa attività concertistica, Musica Nuda ha messo a segno oltre mille concerti intorno al globo, dall’Olympia di Parigi all’Hermitage di San Pietroburgo, ed oggi, proprio con “Little Wonder” (Warner Music, 2015), il duo pone un sigillo su una carriera costellata di successi riappropriandosi di quella dimensione intima che è l’essenza della formazione. “Il titolo è la sintesi di Musica Nuda” spiegano Petra e Ferruccio “ovvero, una piccola meraviglia. Non è presunzione, bensì la riscoperta della nostra unicità con lo stesso entusiasmo che oggi, come all’inizio del nostro percorso artistico, contraddistingue quello che facciamo. ‘Little Wonder’ è anche, e soprattutto, un regalo che abbiamo fatto a noi stessi”. La prestigiosa kermesse prosegue venerdì 9 settembre con Antonella Ruggiero, una delle voci che ha attraversato gli ultimi venticinque anni della musica italiana.

Ingresso gratuito. In caso di maltempo il live di Musica Nuda si terrà alla Sala Polivalente all’interno di Palazzo Bellini. Per informazioni 0533 314154, www.comunecomacchio.fe.it, www.turismocomacchio.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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