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da: ufficio stampa Hera

Approvato dal CdA del Gruppo il Bilancio di Sostenibilità 2015. Risultati importanti per tutti gli stakeholder (lavoratori, fornitori, azionisti e pubblica amministrazione) con un quadro in ulteriore miglioramento rispetto al 2014.

Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hera ha approvato nei giorni scorsi, in concomitanza con i risultati economici consolidati, il Bilancio di Sostenibilità 2015, che contiene i numeri delle responsabilità economica, sociale e ambientale e focus sugli impegni presi, i risultati conseguiti e le prospettive future.
La versione completa, navigabile e interattiva, sarà disponibile online a partire da lunedì 18 aprile.

Sempre più sostenibilità e valore soprattutto per il territorio, 78 milioni di euro distribuiti nel ferrarese nel 2015
I risultati rendicontati nel Bilancio di Sostenibilità 2015 confermano l’importante ruolo del Gruppo Hera per il tessuto economico in cui opera.
Il valore aggiunto globale generato dal Gruppo Hera nel 2015 è salito a 1.412,8 milioni di euro (contro i 1.387,2 milioni del 2014, +1,8%); anche nel 2015 la maggior parte del valore aggiunto, ovvero il 79% del totale, è stata distribuita agli stakeholder locali (lavoratori, azionisti, pubblica amministrazione, comunità locale): 1.121,7 milioni di euro (+ 3,3% rispetto al 2014).
Aggiungendo al valore aggiunto distribuito al territorio l’ammontare delle forniture commissionato a realtà locali si ottiene il valore economico complessivamente generato: nel 2015 è stato di 1.647,8 milioni, pari al 75% del totale, in crescita del 3,5% rispetto al 2014.
In particolare, il valore economico distribuito nella provincia di Ferrara nel 2015 è stato pari a 77,6 milioni di euro, di cui 28 milioni ai lavoratori, 35 milioni ai fornitori locali, 3 milioni agli azionisti e 11 milioni alla pubblica amministrazione.

Sale a oltre il 68% il valore delle forniture da aziende locali
Con il 68,3% del valore delle forniture da aziende che hanno la sede commerciale nel territorio di riferimento nel 2015 (pari a 526,1 milioni, +3% rispetto al 2014), si rafforza ulteriormente la rilevanza delle ricadute economiche del Gruppo Hera per le comunità locali in cui opera.
In generale, l’anagrafica dei fornitori del Gruppo Hera comprendeva, a fine 2015, quasi 4.900 aziende qualificate per la fornitura di beni, servizi, prestazioni professionali e lavori; di queste oltre il 61% sono aziende locali e, in particolare, quasi 170 nel ferrarese.
Per quanto riguarda l’indotto occupazionale legato ai contratti di fornitura del Gruppo, nel 2015 è stato pari a 5.646 posti di lavoro che si aggiungono agli 8.553 dipendenti di Hera generando un impatto occupazionale complessivo di circa 14.200 persone.

Le spesa per i servizi Hera per una famiglia media: +7% rispetto al 2014, -8% rispetto al 2013
Nel 2015, la spesa media per famiglia per i quattro servizi erogati dal Gruppo Hera è aumentata del 7% per effetto dei maggiori volumi consumati (in particolare nel gas:+17%) in conseguenza dell’andamento termico. La spesa complessiva rimane comunque inferiore dell’8% in confronto al 2013. Ma a parità di volumi di gas consumati, la spesa 2015 è risultata inferiore del 3% (54 euro) rispetto al 2014 per effetto della riduzione dei prezzi dei combustibili e la quota di competenza Hera è aumentata di soli 3 euro. Nel 2016 si prevede un’ulteriore diminuzione del 4% della spesa media a parità di consumi (-61 euro) per ciò che deriva dalle forniture energetiche.
Negli ultimi dieci anni, dal 2006 al 2015, la spesa per i quattro servizi Hera per una famiglia ha registrato un incremento medio annuo inferiore a quello rilevato in Italia di circa 1,5%. Il divario è più marcato nel servizio idrico e nei servizi di igiene urbana, dove, in particolare, secondo i dati di Cittadinanzattiva il costo medio per famiglia nel territorio Hera è inferiore del 5% rispetto alla media del Nord Italia; divario che sale al 21% per le utenze non domestiche, secondo un studio di Ref Ricerche.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

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