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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo il successo del primo appuntamento che ha visto un vulcanico Sergio Sgrilli intrattenere con grande successo la platea gremita della Sala Polivalente, è giunto il momento del secondo spettacolo in cartellone: Comacchio a Teatro prosegue con un appuntamento di grande respiro popolare, ed al contempo di grande levatura, dove l’esecuzione musicale dal vivo è il media che veicola le parole e le note di uno dei più grandi poeti e musicisti italiani del XX secolo.
Salirà sul palco di Palazzo Bellini la Bandeandré; formazione di otto elementi, capitanata da Gianluigi Tartaull a voce e chitarra, cui si affiancano sulla scena Raimondo Raimondi( chitarra e mandolino), Caterina Sangiorgi (flauto e voce), Nazzarena Galassi (voce), Luca Vassura (fisarmonica), Loretta Pompignoli (percussioni), Stefano Fabbri (percussioni) e Giacomo Sangiorgi (basso).
Teatro e musica si fondono in un concerto che è anche spettacolo, come spiega lo stesso Tartaull, svelando anche l’origine del titolo: “De Andrè è stato prima di tutto un cantastorie, e la musica lo ha supportato nel rendere più efficaci le sue parole. Caro Fabrizio è l’incipit della lettera che una giovane ragazza ha scritto, indirizzandola a De Andrè, per raccontargli, come si fa con un amico, o con un maestro, le proprie ansie, delusioni, tenerezze. Questa lettera è diventata il nostro pretesto per raccontare un Fabrizio De Andrè a tutto campo, nei suoi momenti più creativi o in quelli di crisi esistenziale, con le sue varie e importanti collaborazioni. Da La città vecchia ai concept, dalle traduzioni di Cohen e di Dylan alle grandi collaborazioni con PFM, Mauro Pagani e Ivano Fossati.’
Caro Fabrizio è un viaggio che vuole raccontare Fabrizio De André, poeta e musicista, ma anche uomo in mezzo ad altri uomini. Le canzoni dei suoi inizi, fino a quelle del suo ultimo album, ci permettono di apprezzare l’impegno coerente di tutta la sua vita: raccontare e difendere gli ultimi, contro l’arroganza di qualsiasi potere. In pochi anni la Bandeandré ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, affermandosi come una delle più significative esperienze di musica dal vivo legate al cantautore genovese. Il concerto, ricco di significati profondi e veicolo di grandi emozioni, offre una splendida occasione per riassaporare l’opera e la poetica di un artista che ha lasciato tracce indelebili nella musica d’autore italiana.
L’appuntamento è fissato per venerdì 30 gennaio alle ore 21:00, presso la Sala Polivalente di Palazzo Bellini, in via Agatopisto 7 a Comacchio. La biglietteria è aperta dalle ore 20:00. Info e prenotazioni al numero 349 0807587. Prevendita on-line e programma completo sono su www.comacchioateatro.it.
Il prossimo appuntamento con la stagione teatrale è fissato per venerdì 06 febbraio, con lo spettacolo di Marco Dellanoce Le Cronache di Ernia.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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