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Da: Marcella Zappaterra, Presidente Gruppo Pd Emilia-Romagna

Con gli esami di maturità, organizzati in un modo inedito, si chiude un anno scolastico che nessuno potrà dimenticare. Usciamo da questa emergenza con una certezza, che la scuola va migliorata e rafforzata, con interventi e investimenti straordinari, personale e strutture adeguate. Quella pubblica in primis, ma senza dimenticare le realtà che completano l’offerta educativa e formativa.

Ormai tutti riconosciamo che bimbi e giovanissimi sono coloro che maggiormente hanno sofferto dell’isolamento forzato. E che le lezioni a distanza, per quanto utili e sostenute con forza dalla Giunta regionale con strumentazione tecnologica e risorse, hanno forti limiti e creano nuove diseguaglianze.

Il nostro Presidente Bonaccini, anche come presidente della Conferenza delle Regioni, ha posto in modo inequivocabile la necessità di una ripartenza della scuola in sicurezza per tutte le fasce di età, escludendo soluzioni eccessive ed evitando la chiusura delle scuole per l’election day di settembre.

Come gruppo del Partito Democratico in Emilia-Romagna raccogliamo il grido di dolore che le famiglie lanciano ogni giorno. Stante il valore che attribuiamo alla scuola per il benessere e la competitività del nostro territorio, chiediamo che si predispongano il prima possibile gli spazi per la nuova organizzazione scolastica, si individui il personale, che si evitino soluzioni sproporzionate rispetto alle esigenze di sicurezza e rispettose del benessere psico-fisico degli alunni. Senza dimenticare le peculiarità della fascia 0-6, anche per i più piccoli individuiamo modalità sostenibili e di buon senso per garantire loro uno sviluppo educativo ed emotivo che vada oltre la cura intesa in senso stretto.

Occorre inoltre costruire un patto con le autonomie scolastiche affinché sia la possibile che nei mesi luglio, agosto e inizio settembre siano attivati progetti anche individuali per studenti che hanno riscontrato maggiori difficoltà di apprendimento con la didattica a distanza. Sappiamo di chiedere al corpo docente e non docente uno sforzo in più, ma riteniamo che quanto accaduto necessiti di una risposta straordinaria, come del resto ha fatto il personale sanitario e assistenziale durante l’emergenza Covid 19.

Noi crediamo che bambini e giovani siano il nostro futuro e meritino uno sforzo straordinario per evitare che oggi si creino o si acuiscano diseguaglianze che poi risultino incolmabili.

Nello stesso tempo chiediamo che le elezioni di settembre si svolgano al di fuori delle scuole. I Comuni e le Prefetture cerchino soluzioni alternative, e se necessario recupereremo risorse adeguate a farlo. Non lasceremo nulla di intentato anche nel confronto con il Governo e il Ministero. Saremo artefici, assieme al P D nazionale di un rilancio della scuola pubblica, sicura, innovativa e con il personale necessario. La straordinarietà dell’emergenza dobbiamo far sì che ora non ricada più su bambine, bambini e giovani.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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