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Da ufficio stampa Agire Sociale

Parte da martedì 10 aprile il ciclo di incontri conviviali a portata di ogni cittadino, per conoscere la realtà del carcere attraverso i progetti culturali che associazioni ed enti stanno portando avanti con i detenuti

Parlare di cultura adottando un punto di vista diverso, come quello a favore della persona detenuta in carcere, può fare scoprire bellezze nascoste e avvicinare al volontariato. E’ questo che si propone di offrire ai cittadini il ciclo di incontri-aperitivo con i conduttori di progetti culturali nella Casa Circondariale “C. Satta” di Ferrara dal titolo “Conversazioni dalla finestra: la cultura in carcere”, in programma tra aprile e maggio in diversi luoghi pubblici di Ferrara.

Ognuno degli incontri, che si terrà dalle 19 alle 21 martedì 10 aprile al ristorante “Scaccianuvole”, martedì 17 aprile al pub “Clandestino”, lunedì 7 maggio alla pasticceria “San Giorgio” e martedì 15 maggio al Centro di promozione sociale Ancescao “La Resistenza”, prevede la proiezione del film documentario “Epica Carceraria” sul lavoro “Gerusalemme Liberata”, realizzato da Marinella Rescigno e Davide Pastorello dal laboratorio del teatro in carcere, e un momento di discussione e dibattito alla presenza di chi porta avanti attività culturali nella Casa Circondariale di Ferrara, come il laboratorio teatrale, la redazione del periodico “Astrolabio”, il laboratorio di pittura, il laboratorio di fotografia, i percorsi scolastici, la biblioteca.

Fare percorsi culturali in carcere significa dare la possibilità alla società di raccontarsi nuovamente e aprire il ventaglio delle offerte di realizzazione di un individuo a coloro che spesso da queste offerte, per provenienza sociale, sono rimasti esclusi. A partire da queste opportunità il detenuto ha la possibilità a sua volta di raccontarsi con un linguaggio nuovo e più adatto a sé, accorciando le distanze che li separano dalla società da cui esso è temporaneamente escluso.
Questi momenti vogliono invitare la cittadinanza a riflettere, partendo dalle esperienze con la popolazione ristretta, sul ruolo stesso della cultura. Sperimentare nuovi linguaggi narrativi e trovare nuove forme di espressione del bello hanno un significato e un’importanza centrale nei processi di trasformazione della società, che sono tutti i giorni sotto i nostri occhi.

Durante gli incontri ogni referente delle attività illustrerà il proprio metodo di approccio al detenuto e le difficoltà e gli aspetti positivi della propria esperienza, inoltre saranno presentati pubblicazioni e materiali informativi relativi ai progetti culturali che hanno trovato continuità nel carcere.

L’iniziativa è promossa da Teatro Nucleo e Agire Sociale nell’ambito del progetto Cittadini Sempre, che all’interno della Casa Circondariale di Ferrara coinvolge Enti del terzo settore, Amministrazioni pubbliche e cittadini.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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