Criminalità Internazionale in mare, Unife e Malta insieme per il Master
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Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife
Criminalità internazionale in mare.
Unife e Malta insieme per il Master che ne studia le norme per la prevenzione e la repressione.
Il dibattito sul recente sbarco della Sea Watch a Lampedusa ne è soltanto la più recente e “mediatica” dimostrazione: sui temi del diritto internazionale, della criminalità in mare, della tutela dei diritti, è necessario oggi più che mai accendere una riflessione. Lo fa il Master MICAS, Master sulle norme per la prevenzione e la repressione della criminalità internazionale in mare, appena istituito grazie a un accordo tra il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara e l’Università di Malta.
Master congiunto di primo livello, interamente in lingua inglese, il corso partirà nell’a.a. 2020/21 con lezioni che si terranno a Malta ma che poi si sposteranno anche in Italia. Il Master si inserisce fra le iniziative didattiche del nuovo Centro studi giuridici europei sulla grande criminalità – Macrocrimes, recentemente istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza nell’ambito del progetto Dipartimenti di Eccellenza 2018/22, vinto dal Dipartimento.
Destinato ai neolaureati, compresi quelli della Laurea triennale in operatore di polizia giudiziaria del Dipartimento di Giurisprudenza, ma anche ai professionisti, in Italia si rivolge a membri della Guardia costiera, Forze di polizia e Forze armate, operatori di ONG. Ma vista la portata globale dei problemi legati alla criminalità marittima internazionale, il Master vuole richiamare studenti provenienti da tutta Europa e da Paesi extraeuropei e coinvolgere le organizzazioni governative più direttamente impegnate su questi temi.
Diritto internazionale del mare, tutela dei diritti fondamentali a livello internazionale, UE e statale, diritto penale, cooperazione giudiziaria e di polizia, diritto dell’Unione europea, diritto dell’immigrazione, ma anche Scienze della sicurezza e della difesa sono alcune delle discipline che si intersecano in questa complessa tematica. Gli argomenti toccati – solo a titolo esemplificativo – sono i problemi legati al contrasto al terrorismo e alla pirateria marittimi o a forme di criminalità particolarmente gravi, come quelle legate al traffico di migranti e alla tratta di persone.
Grande soddisfazione esprime la Prof.ssa Serena Forlati, Direttrice di Macrocrimes e da tempo impegnata, insieme alla Prof.ssa Alessandra Annoni, nella promozione e nel coordinamento del Master congiunto: “Il complesso lavoro di strutturazione del programma, iniziato nel 2013 in collaborazione con i colleghi dell’Università di Malta, giunge infine a compimento: il Master tratterà di temi estremamente delicati ed attuali offrendo, crediamo, un’ottima opportunità di formazione ai nostri laureati e ad altri studenti provenienti da tutto il mondo. Un corpo docente internazionale coniugherà un solido approccio teorico a presentazioni ed iniziative di taglio più pratico, grazie anche all’intervento di operatori specializzati – fra cui funzionari delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, membri dei corpi di polizia, operatori di ONG, avvocati ed altri esperti”.
“Una nuova sfida – si associa il Direttore del Dipartimento, prof. Daniele Negri – per il Dipartimento di Giurisprudenza che ha fatto dell’internazionalizzazione della ricerca e della didattica una delle chiavi di volta del proprio successo come Dipartimento di Eccellenza”.
UNIVERSITA’ DI FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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