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Venerdì 29 | Il Premio Appiani presenta i vincitori durante Internazionale a Ferrara

Da Elbabook Press

Il Premio “Lorenzo Claris Appiani” presenta i vincitori
durante il Festival di Internazionale a Ferrara

La traduzione, attività antichissima, permette di gettare ponti tra lingue e culture, crea comunicazione, scambio, arricchimento reciproco. Quella letteraria, in particolare, penetrando nel mondo specifico di un autore che non è mai isolato dal contesto di appartenenza, ha una funzione estetica e sociale al contempo. L’esistenza di un evento come il Premio “Lorenzo Claris Appiani” che mette in luce il lavoro dei traduttori, purtroppo non adeguatamente valorizzato in Italia, assume un valore unico. Per questo l’Associazione ElbaBook ha voluto fortemente che fosse presentato a Ferrara durante il Festival di Internazionale, venerdì 29 settembre, alle 18, alla libreria Ibs+Libraccio.
«Il premio Appiani per la traduzione letteraria, giunto alla sua seconda edizione, è dedicato quest’anno alla lingua russa – esordisce la curatrice Roberta Bergamaschi – La scelta dell’area linguistica è attenta all’attualità e distingue quei traduttori e quei piccoli editori che contribuiscono a diffondere, attraverso una pluralità di voci, la letteratura di un paese alla ribalta dello scacchiere politico internazionale. La molteplicità dei punti di vista offerti dalla scrittura, la capacità di tradurli in parole altre, sono fonte di conoscenza e testimonianza di realtà, un modo per ricordare la persona di Lorenzo Claris Appiani nella sua dimensione umana e professionale». Il riconoscimento, realizzato con il patrocinio e il coordinamento scientifico dell’Università per Stranieri di Siena, è giunto alla seconda edizione grazie al sostegno costante della famiglia Appiani, che dimostra di credere nei valori del territorio di provenienza, e di Locman Italy, azienda leader nella produzione di orologi, i cui preziosi esemplari sono stati messi al polso dei due vincitori. Il primo premio se l’è aggiudicato Rosa Mauro, traducendo Requiem per un soldato, dell’autore Oleg Pavlov e pubblicato da Meridiano Zero, casa editrice confluita da pochi anni nella bolognese Odoya. Il secondo, invece, è stato assegnato a Marco Caratozzolo con Che disgrazia l’ingegno, di Aleksandr Griboedov e pubblicata con testo russo a fronte per i tipi di Marchese Editore.
«La resa di Requiem per un soldato eccelle sia nelle parti narrative sia in quelle dialogate – motiva la docente Lucinda Spera, presidente della giuria tecnica – in particolare, è meritevole tanto la capacità di adattare la prosa alla sintassi italiana, evitando di cedere alla tentazione di ricalcare le strutture sintattiche del russo, quanto quella di rendere in italiano le peculiarità stilistiche della lingua originaria. Di Caratozzolo, d’altro canto, è innegabile il coraggio di aver proposto la commedia Che disgrazia l’ingegno, pur sacrificandone la poesia, con lo scopo di avvicinarla al lettore contemporaneo. Il testo teatrale è un classico della letteratura russa da tempo non più disponibile: la nuova edizione a decenni di distanza dall’ultima rappresenta una conquista in sé per la russistica italiana».

LIBRI E TRADUTTORI

Requiem per un soldato (Meridiano Zero), considerato il capolavoro di Pavlov, è la descrizione del surreale ed estenuante viaggio del drappello funebre incaricato di un Cargo 200 (procedura per il trasporto di bare militari) da una remota guarnigione dell’Asia Centrale fino a Mosca. Il protagonista dovrà consegnare ai suoi famigliari il corpo di un soldato che ha commesso suicidio, incapace di far fronte alla spietata e insensata assenza di ogni giustizia nelle dinamiche quotidiane della vita militare dell’esercito russo. Il banchetto funebre si trasforma in una schiamazzante rissa di alcolizzati da cui alcuni non usciranno vivi, altri finiranno in carcere. L’atmosfera di vile e spregevole crudeltà che impernia l’intera situazione, così come l’animo del ragazzo coscritto responsabile della bara, Aleksej Cholmogorov, ci lascia addosso l’assurda sensazione che forse, in fin dei conti, il soldato suicida si ritrovi, nel contesto della circostanza, a essere la persona più fortunata. Con questo romanzo breve si chiude la trilogia letteraria (e di denuncia) di Pavlov, abitata da uomini che vivono, in condizioni di cattività, nelle sconfinate vastità delle steppe asiatiche: paradosso che determina la melodia e il tono di tutta la sua particolarissima prosa.

Rosa Mauro ha già ottenuto diversi riconoscimenti e premi per il suo prezioso lavoro di interprete e traduttrice, particolarmente elegante e sensibile.

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La Costituzione deve ancora essere la Carta che protegge i cittadini dagli eccessi del potere o deve invece diventare lo strumento dell’eccesso di potere contro la sovranità popolare?

Aleksandr Andreevič Čackij, giovane acuto e brillante dell’alta società russa, torna a Mosca dopo un viaggio di tre anni e si reca subito dall’amata Sofija, che vive con il padre vedovo Famusov ed è ormai innamorata dell’ossequioso segretario Molčalin, ora stabilitosi in casa loro. Questo è l’inizio di un grande classico della letteratura russa, la commedia Gore ot uma (Che disgrazia l’ingegno, 1825) di Aleksandr Griboedov. Si tratta di un’opera che non può temere confronti per la bellezza dei versi, l’acutezza delle trovate teatrali, l’attenzione ricevuta dalla critica e il riflesso prodotto sulla successiva letteratura e sulla moderna lingua russa: un gioiello che rivive ora in una nuova traduzione italiana, accompagnata dal testo a fronte.

Marco Caratozzolo è professore associato, docente di lingua e letteratura russa presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.

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