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da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Universita’ di Ferrara

Il workshop è accreditato su Piattaforma Sigef ( corsi enti terzi) e dà diritto a 9 crediti per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti.

Dal 1° luglio al 20 settembre sarà possibile iscriversi al Workshop “Un cambiamento epocale. Raccontare la crisi climatica e ambientale”, condotto da Luca Mercalli, direttore della rivista “Nimbus” e presidente della Società Metereologica Italiana, e organizzato dal Master in “Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza” dell’Università di Ferrara, diretto da Marco Bresadola e Michele Fabbri, nei giorni 30 settembre, 1-2 ottobre 2016 nell’ambito del Festival di Internazionale a Ferrara.

“I temi della ricerca scientifica – spiegano gli organizzatori – si intrecciano con grandi problemi collettivi: che si parli di cambiamento climatico, energia, biodiversità o sostenibilità, il corretto dialogo tra scienza e società sarà decisivo per le scelte che ci aspettano. Obiettivo del Workshop è imparare a informare il pubblico con efficacia e incisività, per renderlo consapevole sui temi dell’ambiente e del clima”.

Il programma del Workshop prevede: Antropocene; crisi ambientale; limiti della crescita; limiti planetari; collasso della civiltà; economia circolare; energie rinnovabili; coscienza individuale e scelte politiche verso la green economy; enciclica ambientale di papa Francesco; COP21 Parigi; lentezza dell’informazione: anello mancante tra scienza e società.

“Il Workshop – concludono gli organizzatori – rientra tra le attività formative del nostro Master, che ha nella comunicazione del rischio uno dei suoi scopi principali. Siamo molto contenti di poter continuare la collaborazione con il Festival Internazionale a Ferrara, che anche negli anni scorsi ci ha consentito di organizzare iniziative di successo”.

Per iscriversi al workshop: ccrmsl@unife.it
Programma del workshop in http://www.internazionale.it/festival/workshop/2016/06/01/un-cambiamento-epocale
Luca Mercalli, climatologo, direttore della rivista “Nimbus”, presiede la Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865. Insegna sostenibilità in scuole e università in Italia, Svizzera e Francia e la pratica in prima persona, vivendo in una casa a energia solare, viaggiando in auto elettrica e coltivando l’orto. Per RAI3 ha lavorato a “Che tempo che fa” e dal 2015 conduce “Scala Mercalli”. Editorialista per La Stampa ha al suo attivo migliaia di articoli e conferenze e rappresenta una voce innovativa nella comunicazione ambientale. Tra i suoi libri: Filosofia delle nuvole, Che tempo che farà, Viaggi nel tempo che fa.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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