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da: organizzatori

Sono i ragazzi delle seconde generazioni di stranieri nati in Italia che lanciano un appello al nostro Paese. L’Istat conferma non solo che l’Italia invecchia e che la popolazione diminuisce ma censisce che ogni anno nascono 80 mila bambini destinati a rimanere stranieri almeno fino ai 18 anni.

Per porre freno a questa ingiustizia sociale nacque la campagna “l’Italia sono anch’io” che raccolse oltre 200 mila firme per concedere la cittadinanza ai figli delle persone straniere residenti nel nostro Paese.

A due anni di distanza la proposta di legge scaturita dal percorso partecipato è non solo ferma in Parlamento ma ha subito diverse modifiche che le ha fatto perdere molto dell’incisività che si attendeva.

Iinfatti, la proposta di legge in discussione al Senato, se passerà senza ulteriori modifiche, non risolverà alcuni importanti problemi che impediscono a molte persone che hanno diritto di ottenere la cittadinanza italiana.

È infatti assolutamente necessario estendere il diritto alla cittadinanza anche ai figli di genitori titolari del solo permesso di soggiorno per evitare che i diritti di cittadinanza siano concessi in base alla capacità economica delle famiglie di origine.

Per questo motivo i ragazzi di Occhio ai media, Amnesty International e Libera in collaborazione con Arci Ferrara, Cittadini del Mondo, CGIL, UIL, Centro Donne e Giustizia, Centro Intercultura, Coop Camelot e Viale Kcon il patrocinio del Comune di Ferrara organizzano un momento di formazione e di approfondimento sulla riforma della legge di cittadinanza italiana per cittadini stranieri.

Alla presenza dello scrittore algerino Tahar Lamri e dei ragazzi direttamente interessati dalla riforma della cittadinanza saranno affrontati casi reali ed esperienze vissute di una generazione sospesa tra doveri che devono rispettare e diritti che non possono avere.

Interverranno l’Avvocato Andrea Ronchi della CGIL Emilia Romagna, Filippo Miraglia, vice Presidente Nazionale dell’ARCI; Guglielmo Loy, Segretario Nazionale UIL; Sead Dobreva, attivista dei diritti Rom e Mirto Bassoli Segretario regionale CGIL dell’Emilia Romagna.

Saranno proiettati diversi contributi video tra cui l’intervento dell’Europarlamentare Cecile Kyenge e l’intervista adAscanio Celestini rilasciata alla redazione di Occhio ai Media durante il recente soggiorno dell’artista a Ferrara per lo spettacolo al Teatro Comunale.

L’iniziativa si terrà sabato 7 maggio dalle 9.30 alle ore 12.30 presso la Sala Boldini in via Previati, 18 alla presenza degli studenti delle Scuole e dei Licei di Argenta e di Ferrara.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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