Violenza sulle donne: va applicata ogni misura di tutela, partendo dalla legge codice rosso
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Da: Forza Italia Ferrara
Omicidio Fusi, Peruffo: “Va applicata ogni misura di tutela delle donne, partendo dalla Legge Codice Rosso”
A fatti estremamente gravi, come quello dell’omicidio di Cinzia Fusi a Copparo, uccisa dal compagno, segue regolarmente lo sdegno dell’opinione pubblica e delle istituzioni, poi – purtroppo – l’eco mediatico si spegne e tutto torna come prima.
Lo Stato, gli Enti locali, la politica nel suo insieme hanno invece l’obbligo di adottare tutte le misure utili a prevenire il ripetersi di fatti anche solo simili a questo.
Come per altri fenomeni (dalle droghe, all’Hiv, passando per la non conoscenza dei metodi contraccettivi) è l’educazione impartita ai giovani dalla scuola la prima base su cui una società avanzata ha l’obbligo di focalizzarsi, investendo tempo, formazione e risorse.
Non va dimenticato, inoltre, che recentemente è stata approvata una Legge chiamata “Codice rosso” a tutela, in primis, delle donne vittime di violenza.
La Legge prevede, tra gli altri aspetti, un’accelerazione delle indagini nei casi di violenza domestica, visto il ripetersi di tali circostanze. I PM hanno l’obbligo di ascoltare chi ha presentato denuncia per maltrattamenti o violenza in famiglia, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, da quando, cioè, persona si presenta presso una stazione di polizia o dei carabinieri.
Sono anche state inasprite le pene: se viene accerta una violenza, i responsabili sono condannati a una pena detentiva dai tre ai sette anni, aumentata fino al 50% se il fatto è avvenuto in presenza di un minore, di un disabile, di una donna incinta, o se l’aggressione è stata armata.
Al tempo stesso la Legge ha inasprito le pene per i casi di stalking, oltre a introdurre nuovi reati, quali quello di sfregiare qualcuno, deformandone l’aspetto, costringere una persona a sposarsi mediante violenza, o il cosiddetto revenge porn (uso di immagini di nudo della vittima per vendetta).
È ovvio che, malgrado il Legislatore abbia fatto la sua parte, c’è l’obbligo, non solo morale, di segnalare ogni possibile caso di violenza sulle persone deboli, come le donne, prima di assistere all’ennesima tragedia.
Così come ogni comune farebbe bene a investire una somma cospicua per i centri antiviolenza e, più in generale, per i servizi assistenziali, al fine di arginare sul nascere i casi di abuso e fornire un aiuto concreto alle vittime di questi episodi prima che sia troppo tardi.
Riceviamo e pubblichiamo
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Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
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