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da: Istituto Gramsci Ferrara

VENERDI 27 maggio ore 17 Biblioteca Ariostea
Ciclo ‘ Le parole della democrazia’
SPERANZA
Conferenza di Nicola Alessandrini

Le statistiche degli ultimi decenni segnalano un vertiginoso aumento dei casi di miopia. L’ambito oculistico fornisce un’involontaria metafora del nostro tempo, compresso nel presente, refrattario a sguardi lungimiranti e, soprattutto, sempre meno fertile alla speranza. Attitudine, questa, che non cresce spontaneamente, ma richiede allenamento, coraggio e conoscenza della sua storia. Ultimo tra i doni contenuti nel vaso di Pandora, la speranza è considerata da Talete il solo bene comune a tutti gli uomini e da Aristotele un sogno ad occhi aperti. Elevata a virtù teologale dalla dottrina cristiana, viene condannata da Spinoza come difetto della conoscenza e dalle correnti irrazionalistiche come vana illusione. Solo nel Novecento la speranza assurge a principio filosofico grazie all’opera di Ernst Bloch che ne individua non solo l’elemento distintivo dell’uomo, ma della realtà in quanto tale, fondando una vera e propria ontologia della speranza. Seppure l’attualità sembri più familiare alla paura e la storia contemporanea ci consegni un tragico bagaglio di speranze tramontate, resta quanto mai utile ricordare che “la ragione non può fiorire senza speranza, la speranza non può parlare senza ragione”.
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

pausa estiva

VENERDI 16 settembre ore 17 Biblioteca Ariostea
Ciclo ‘ le parole della democrazia’
SOLIDARIETÀ
conferenza di Gaetano Sateriale

Martedì 20 settembre ore 17 Biblioteca Ariostea
In commemorazione di Piero Gobetti.
Conferenza di Pietro Ippolito
introduce Fiorenzo Baratelli
Istituto Gramsci-Spi-CGIL

30 settembre ore 17 Biblioteca Ariostea
DIGNITÀ
Conferenza di Giuliano Sansonetti e Paolo Veronesi

4 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea
INFORMAZIONE
Conferenza di Sergio Gessi
Presenta Tito Cuoghi.

GIOVEDÌ 13 OTTOBRE ore 17 Biblioteca Ariostea
Presentazione del libro di Sandra Patrignani ‘I Vecchi’ con l’autrice.
Introduce Roberto Cassoli
Istituto Gramsci-Spi-CGIL

VENERDI 28 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea
per il sessantesimo della morte di Bertold Brecht, ricorderemo il grande autore di teatro con il gruppo ‘Teatro Nucleo’ della nostra città.

GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE ore 17 Biblioteca Ariostea
Ciclo Le parole della Democrazia
POLITICA
Conferenza di Gianfranco Pasquino

MARTEDI 4 OTTOBRE ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA
INFORMAZIONE – Sergio Gessi .
Presentazione: Tito Cuoghi.

GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE ore 17 Biblioteca Ariostea
Per la ricorrenza del trentesimo della morte di Simone de Beauvoir, conferenza di Liliana Rampello sulla figura della grande scrittrice francese.
Liliana Rampello è autrice di un saggio introduttivo della nuova edizione del classico della de Beauvoir “Il secondo sesso”, oltre che autrice di libri importanti su Marcel Proust, Virginia Woolf e Jane Austen.
Introduce Biagia Cobianchi
Istituto Gramsci-Spi-CGIL

GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE: ore 17 Biblioteca Ariostea
per il cinquantesimo della morte di Siegfried Kracauer (filosofo, sociologo e scrittore tedesco), conferenza di Marco Bertozzi.

GIOVEDI’ 1 DICEMBRE ore 17 Biblioteca Ariostea
IMPEGNO
Tra ragione e pros-se-mi-ci-tà
Manuela Gallerani, Docente di Pedagogia Generale e Sociale Unibo
Introduce Daniela Cappagli
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

VENERDI 2 DICEMBRE ore 17 Biblioteca Ariostea
Ciclo ‘ le parole della democrazia’
RESPONSABILITÀ- Conferenza di Vittoria Franco
Introduce Sandra Carli Ballola

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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