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da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Venerdì 26 dicembre Somethin’Else abbonda e propone un’ultima abbuffata natalizia per una serata incentrata sui piatti della tradizione e sulla jam session di fine stagione che verrà aperta da What About Dust, duo elettro-acustico formato da Marta Raviglia (voce ed elettronica) e Simone Massaron (chitarra ed elettronica).

Venerdì 26 dicembre (a partire dalle ore 20.00) Somethin’Else abbonda e propone un’ultima abbuffata natalizia per una serata incentrata sui piatti della tradizione e sulla jam session di fine stagione che verrà aperta da What About Dust, duo elettro-acustico formato da Marta Raviglia (voce ed elettronica) e Simone Massaron (chitarra ed elettronica).
Nel loro repertorio la Raviglia e Massaron fanno convivere splendidamente brani originali, melodie d’altri tempi, intramontabili successi, romantiche arie antiche e cruenti blues. Entrambi suonano canzoni per scelta. Ci girano intorno vorticosamente, corteggiano le melodie, sfidano le armonie, improvvisano e tornano, infine, alle canzoni. Essi stravolgono le canzoni e da esse si lasciano sconvolgere. Interpretano e reinterpretano per sopravvivere, non per celebrare. Si guardano dalla mera decorazione e dal barocchismo poiché bramano il vuoto, lo spazio, il silenzio. Aspirano alla precisione del gesto, alla sintonia del respiro, laddove sfumano i confini del sentire laddove è il suono a dettare le strategie dei sentimenti.
Cantante, improvvisatrice e compositrice, Marta Raviglia frequenta da sempre musiche avventurose. Consegue il diploma accademico di primo livello in musica jazz presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone e quello di secondo livello presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Affascinata dalle infinite possibilità espressive della voce, si confronta con repertori sempre diversi e canta stabilmente in diverse formazioni tra cui il quartetto a suo nome. È inoltre membro del collettivo romano Franco Ferguson. Marta è stata diretta, tra gli altri, da John Tchicai, Ettore Fioravanti e Paolo Fresu. Ha preso parte a importanti rassegne tra cui: Umbria Jazz Winter, Lucca Jazz Donna, Terni in Jazz e Villa Celimontana Jazz Festival, oltre a vantare numerose incisioni. Autrice di diversi saggi, s’interessa anche di arti figurative, fotografia, teatro e danza.
Simone Massaron (Milano, 1971) inizia lo studio del pianoforte all’età di quattro anni con il padre direttore d’orchestra. A sedici si concentra sulla chitarra specializzandosi in ambito jazz grazie alla frequentazione di masterclass tenute da artisti quali Pat Metheny, Bill Frisell, Marc Ducret e John Scofield. Il suo primo cd, “Breaking News”, esce per l’etichetta milanese Longsong Records. La registrazione è stata effettuata insieme al suo eroe Elliott Sharp, che gli ha dato in seguito la possibilità di mescolare le sue chitarre con Nels Cline e Marc Ribot. Lo stile di Massaron mostra tutto il suo eclettismo e il piacere di muoversi attraverso i generi come l’improvvisazione radicale, la musica avant-garde, il looping e i live electronics, ma anche blues e colonne sonore realizzate in diretta su film muti. Dal 2008 è membro del collettivo El Gallo Rojo.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

ORARI
Cena: a partire dalle ore 20.00
Intrattenimento musicale a partire dalle ore 21.30

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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