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Da: Comune di Voghiera-Ferrara

Formazione, Gusto, Territorio: sono gli elementi che caratterizzano l’Open Day degli spazi attrezzati del Borgo le AIE (località Gualdo, in via Provinciale 15/B) che nella giornata del 16 settembre a partire dalle ore 16.00 sarà aperta agli operatori del settore ristorazione ed enogastronomia. Un nuovo polo del Gusto pronto a sostenere le sfide future in tema di formazione ed innovazione enogastronomica e turismo.
A conclusione del pomeriggio sarà cucinata una Pasta all’Amatriciana per raccogliere offerte da devolvere alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma

Poi alle ore 16,45 un breve momento istituzionale nel quale i soggetti pubblici e privati motiveranno le ragioni ed il lavoro previsto nella struttura a favore della promo valorizzazione dell’enogastronomia illustrandone le possibilità d’uso e le funzionalità – in termini di formazione e di divulgazione – attraverso la presenza di cucine ed altre attrezzature per la ristorazione ad uso professionale.

Un impegno congiunto nel marketing territoriale e turistico che passa attraverso il raccordo di più soggetti pubblici e privati che hanno condiviso i tre obiettivi principali – Formazione, Gusto e Territorio – e che troveranno esplicita visione nei percorsi degustativi illustrati nel pomeriggio grazie alle abilità manuali degli operatori intervenuti e che hanno promosso il progetto Borgo Le AIE: Ascom/Iscom Ferrara, Cheftochef emiliaromagna cuochi, Comune di Voghiera, Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, Fondazione F.lli Navarra, Marzocchi srl, Polo scolastico agrolimentare Navarra-Vergani.
Ad intervenire per i saluti istituzionali sarà l’Amministrazione Comunale di Voghiera con il sindaco Chiara Cavicchi, la Fondazione F.lli Navarra con il presidente Luigi Fenati, l’assessore provinciale all’Agricoltura Nicola Rossi, Paolo Govoni della Camera di Commercio di Ferrara, il polo scolastico agroalimentare Navarra – Vergani con la dirigente Roberta Monti. Poi si parlerà più specificatamente di formazione con Marco Amelio presidente dell’ente formativo Iscom Ferrara, e di esperienze lavorative di successo con la Marzocchi (azienda alimentare di Voghiera) con il suo fondatore Mario Marzocchi. Il nuovo polo vede il sostegno dell’associazione Cheftochef emiliaromagnacuochi, l’appoggio convinto del consorzio Produttore Aglio di Voghiera con Emanuele Coletti. A concludere gli interventi Giulio Felloni presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara, tra i promotori del progetto Borgo Le AIE.
La convinzione condivisa è che il “vero petrolio di questa provincia siano le sue 17 perle enogastronomiche che devono trovare un loro punto di aggregazione, di lavorazione, di promozione mettendo allo stesso tavolo pubblico e privato in un ottica di autentico sistema provinciale”.
A conclusione del pomeriggio si svolgerà un aperitivo tipico di saluto: un momento conviviale reso ancora più speciale dalla presenza dello chef centese Stefano Malagoli che preparerà una gustosa “Pasta all’Amatriciana”. Un modo per non dimenticare raccogliendo offerte, libere e volontarie, per la ricostruzione del Centro Italia.

Borgo Le AIE – di proprietà della Fondazione F.lli Navarra – vede l’edificio principale risalire a cavallo del periodo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 ed il suo restauro è stato ultimato nel 2006.
La struttura, accessibile e dove ha sede il Consorzio dell’Aglio di Voghiera, si compone di due piani ciascuno di circa 150 mq.
A piano terra oltre alla reception e ad alcuni vani tecnici, esiste un ampio spazio attrezzato adibito a laboratorio e aula per la formazione per il settore della ristorazione.
Al primo piano, servito dall’ascensore, c’è la la luminosa e spaziosa sala convegni che domina la bella campagna circostante.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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