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da: Giuseppe Fornaro, candidato sindaco Valori di sinistra

Sono preoccupanti i dati sul ricorso alla cassa integrazione nella nostra provincia. Stando ai da- ti dell’INPS soltanto in questo primo trimestre le ore richieste sono più che triplicate rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
Infatti, secondo le stime della CGIL in un anno il tasso di disoccupazione a Ferrara è aumentato di altri 3 punti, passando dal già preoccupante 11,2% del 2012 al 14,2% del 2013, il peggiore di tutta l’Emilia Romagna e in tragico contrasto con il 2,7 del 2007, prima che la crisi esplodes- se. Da allora abbiamo perso 21mila posti di lavoro, 13mila solo nell’ultimo anno. Ora gli occu- pati sono 140mila, erano 153mila nel 2012 e 161mila nel 2007. In dodici mesi, infine, sono morte 400 imprese, di cui 150 nel settore dell’artigianato.
Chi governa una città ha una responsabilità precisa in questo senso. E’ suo compito infatti con- correre assieme a tutte le altre Istituzioni alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Ma questo non basta.
Anche gli enti locali hanno il dovere di essere utili, per il loro pezzetto di competenza, a far sì che la vita delle persone che non riescono ad avere un reddito adeguato non debba trasfor- marsi in sopravvivenza.
Lo Stato, passando attraverso le Regioni e i Comuni, non può oggi girare lo sguardo di fronte a generazioni intere che lottano quotidianamente contro il ricatto della precarietà.
Anche un Comune, in attesa che la legge sul Reddito Minimo Garantito venga approvata, può contribuire con misure di sostegno al reddito di chi è più in difficoltà.
Per questo nel mio programma le proposte che mi sono arrivate dai giovani precari candidati nelle mie liste hanno piena cittadinanza, alcuni dei quali in questi anni hanno lavorato molto su questo tema.
Mi impegno dunque, se sarò eletto Sindaco, a:
– garantire l’uso gratuito del trasporto pubblico locale;
– favorire la fruizione di attività e servizi di carattere culturale e ricreativo;
– contribuire al pagamento delle forniture di pubblici servizi;
– garantire la gratuità dei libri di testo scolastici;
– erogare contributi per ridurre l’incidenza del costo dell’affitto sul reddito percepito.
Tutte misure rivolte a chi avrà un reddito imponibile non superiore ad 8 mila euro nell’anno precedente alla presentazione dell’istanza.
A questo a mio avviso serve la politica. Ad occuparsi dei bisogni delle persone.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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