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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Venerdì 4 marzo la Sala Polivalente ha registrato il tutto esaurito in occasione dello spettacolo di Gianluca Impastato. Prima dell’inizio, però, la platea gremita di pubblico ha voluto dedicare un lungo e commosso applauso al gruppo comacchiese Briciole di Teatro. Un attestato di stima, di amicizia e vicinanza verso gli attori ed al contempo un auspicio che nonostante la gravità di quanto accaduto, il lavoro del gruppo possa riprendere nei prossimi mesi con il brio e l’allegria che da sempre lo contraddistingue sulla scena.
La prematura scomparsa di Gianromano Cinti, colonna portante del gruppo, ha, infatti, messo la Compagnia nell’impossibilità di presentare la nuova commedia “L’impurtent l’è vrairès bèn”, in chiusura di stagione come previsto in programma. La stagione teatrale proseguirà, duqnue, sostituendo gioco forza il debutto della compagnia Comacchiese con un altro spettacolo. Andrà, infatti, in scena un lavoro che ha registrato grande successo in tutta Italia e che vedrà protagonista la verve comica di Giampiero Pizzol. Conosciuto in tutto lo stivale come autore e regista teatrale, Pizzol è altresì interprete ed attore brillante e dalla comicità inconsueta, che il pubblico del piccolo schermo ha avuto la possibilità di ammirare anche a Zelig ed in altri programmi televisivi.
Venerdì 18 marzo in Sala Polivalente andrà in scena uno dei cavalli di battaglia dell’artista romagnolo: “Amamaz; disavventure di un vitellone romagnolo”. Lo spettacolo è un felice esempio di teatro comico in equilibrio tra allegria e nostalgia, battuta comica e introspezione psicologica, versatilità clownesca e minuta attenzione ai dettagli. La Compagnia Bella, formazione composta dallo stesso Pizzol e da Giampiero Bartolini, si distingue in questo lavoro oramai storico grazie alla bravura interpretativa ed alla provata maestria con cui prende vita sulla scena un testo sapientemente curato.
L’inizio dello spettacolo è in fissato per le ore 21:00,in Sala Polivalente a Palazzo Bellini (via Agatopisto 7, Comacchio). I possessori di abbonamento o biglietto d’ingresso per lo spettacolo precedentemente programmato, potranno recarsi direttamente a teatro la sera del 18/03 con il titolo d’accesso in loro possesso. La biglietteria aprirà nel giorno di spettacolo a partire dalle ore 20:00 (prevendita il martedì in Biblioteca a Palazzo Bellini dalle ore 15:00 alle ore 18:00). Ingresso 10 €, ridotto ragazzi (under 18) 6 €.
Infoline e prenotazioni: 349 0807587 -info@comacchioateatro.it.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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