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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Prosegue la fase di concertazione avviata dal Comune di Comacchio in merito all’introduzione dell’imposta di soggiorno a partire dal 2016. Il Tavolo del turismo, riunitosi questo pomeriggio presso la Sala Consiglio del Comune, ha discusso le tre diverse ipotesi di tariffa, risultato dei precedenti incontri. Quella maggiormente condivisa prevede una tariffa di 0,60 per i campeggi e i villaggi turistici e alberghi/Rta a 3 stelle, 0,90 per alberghi/Rta a 4 stelle, 0,40 per gli alberghi a 2 stelle e 0,30 per affittacamere, agriturismi e altre strutture ricettive. Per le case vacanza e gli appartamenti privati la tariffa prevederebbe 10 euro forfettari per unità immobiliare per soggiorni fino a una settimana, che diventano 20 per i soggiorni fino ai 30 giorni e 60 per soggiorni più lunghi. Nella proposta, inoltre, anche l’esenzione per i minori di 12 anni e per tutti dal 1°ottobre al 31 marzo.
“Non è qualcosa che introduciamo volentieri – ribadisce ancora una volta il Sindaco Marco Fabbri – purtroppo le incertezze sono tante, senza dubbio ci saranno pesanti tagli ai Comuni nonostante le promesse del Governo. Una parziale risposta arriverà soltanto con la prossima legge di stabilità. Il Comune sta provando anche quest’anno ad anticipare l’approvazione del bilancio preventivo, perché ciò ci consentirà di operare a regime già da gennaio. Un comune che vuole programmare anche in termini pluriennali ha bisogno evidentemente di punti fermi”.
“Siamo molto preoccupati per i tagli, dato che lo scorso anno abbiamo versato a Roma oltre 12,5 milioni di euro – continua il Sindaco – e anche perché le ipotesi di cui abbiamo discusso hanno comunque margini di incertezza sul gettito effettivo. Ci stiamo basando sui dati effettivi degli ultimi 5 anni, ma bisognerà vedere cosa succederà l’anno prossimo. Ciò che è sicuro è che tutte le risorse ottenute verranno spese nel settore del turismo e qualora, volendo essere ottimisti, il gettito andasse oltre le aspettative si potrà anche guardare alle attività del 2017 e decidere via via come spendere i soldi. Va detto, però, che la scelta finale delle tariffe spetta, comunque, al Consiglio Comunale”.
“Siamo costretti purtroppo all’introduzione di questa imposta – concorda Gianfranco Vitali di Ascom – ma chiediamo che buona parte dei soldi incassati vada spesa anche nella promozione del territorio, proseguendo quello che il percorso di marketing territoriale intrapreso”.
Al tavolo sono stati anche posti dubbi riguardanti le modalità di pagamento dell’imposta, che potrebbero creare ulteriori costi alle attività, e sulla possibilità di agevolare eventualmene le agenzie immobiliari attraverso versamenti forfettari.
“Tutti i regolamenti in essere prevedono che il soggetto passivo dell’imposta sia il turista – ha spiegato la Dirigente al settore tributi Crisitina Zandonini – Purtroppo se le agenzie versassero un forfait non si potrebbe più parlare di imposta. I bonifici comunque sarebbero periodici, eventualmente trimestrali, in modo da ridurne il più possibile il numero”.
L’idea, infatti, resta quella di semplificare il più possibile il sistema. “Vogliamo un software che consenta in un unico momento l’inserimento dei dati statistici sulle presenze, dei dati sull’imposta di soggiorno ed eventualmente anche l’inserimento dei dati di pubblica sicurezza”, ha aggiunto, infine, Roberto Cantagalli, Dirigente al Turismo.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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