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Leggiamo da giorni pagine di articoli sulle congetture su candidati sindaci e possibili alleanze per le elezioni comunali. C’é un fiorire di mosse sullo scacchiere a destra quanto un mortale silenzio a sinistra dove si leggono interviste auto celebrative di un sindaco che nulla ha più da perdere essendo alla fine del suo secondo mandato.
Il movimento 5 stelle é trascinato per la giacca da chiunque. Il 26% attribuitogli all’ultimo sondaggio locale é ovviamente un pacchetto goloso di voti che sposta considerevolmente l’asse di chi vince da una parte o dall’altra. Ma vorremmo precisare una cosa: non sono voti in vendita.
Oggi esiste solo una lista che chiederà la certificazione: Laboratorio Civico. Se ne avranno altre? Non lo sappiamo. Ma crediamo che esistano valori dentro il movimento e atteggiamenti che qualsiasi lista certificata a usare il simbolo m5s condividerà e sarà espressione di una linea politica nazionale condivisa dagli attivisti e dalle indicazioni della dirigenza nazionale. Noi oggi abbiamo la scelta di andare al voto da soli: in tutte le elezioni amministrative abbiamo seguito questo criterio che al momento non é messo in discussione. Il governo nazionale é frutto di un accordo di un contratto programmatico sulle cose da fare nato da due forze politiche che si sono presentate in schieramenti contrapposti. Non sono un’alleanza precostituita ne tanto meno una unione politica consolidata.
A Ferrara ci sono poche certezze, a nostro avviso oggi: non si sosterrà mai un PD morente che ha distrutto l’economia locale e che i nostri attuali consiglieri comunali hanno osteggiato in tutta questa consiliatura. Il PD ha terminato il suo ciclo nell’arroganza dei suoi protagonisti convinti dell’invincibilitá di un sistema rodato in decenni di potere che ha solo portato a smettere di investire e sviluppare questa città, che se nel dopoguerra era tra le più grandi e vive della regione, oggi é fanalino di coda in perenne affanno e decadenza. Il PD é ora che faccia un bagno profondo di umiltà e si collochi sui banchi dell’opposizione per riprendere un naturale senso di realtà e di rapporto con la cittadinanza fuori dai palazzi. Se di “sinistra” vuole essere, torni a quei valori non costruendosi piú nel casellario dei giochi di potere locale.
E se con il PD non ci alleeremo mai, questo é il solo elemento certo che può associarsi al Centrodestra, o forse ai vari centro e destra che compongono il quadro politico locale, che non ci appare viaggiare compatto alla meta ma sia in una situazione di pace apparente alla ricerca di quell’unitá che noi non vediamo e che il susseguirsi di dichiarazioni continua a dimostrare.
Laboratorio Civico é una forza autonoma nella tradizione del Movimento 5 Stelle nazionale. Abbiamo letto le aperture del senatore Balboni, per esempio, ma vogliamo ricordare anche le sue esternazioni in campagna elettorale che ci portano lontanissimi dalla sua idea di idee di diritti civili, famiglia ed anche modelli economici: e i valori, per quanto ci riguarda, non sono barattabili con le poltrone. Abbiamo lottato su fronti opposti in molte battaglie e questo ci rende distanti, culturalmente e politicamente. Ed é la stessa posizione assunta a livello nazionale a dimostrarlo.
Noi abbiamo un nostro modello di essere: vogliamo sostenere la crescente povertà locale con il reddito di cittadinanza, e in attesa di quello nazionale, avviare un progetto di “assegno civico” che questo consiglio comunale ha già approvato ma non ci ha voluto realizzare e sarà parte del nostro programma. Crediamo che bisogni aiutare in maniera forte il tessuto economico locale, la piccola impresa e contestualizzare lo sviluppo in una politica ambientale nuova e sostenibile prima che si muoia soffocati nell’aria torbida della città. Non abbiamo un modello fatto di privatizzazione spinta delle partecipate anzi, abbiamo sempre creduto che acqua e rifiuti dovessero tornare a essere gestiti dai cittadini, dal pubblico e non da grosse aziende macina utili per privati. Crediamo in una idea di crescita equilibrata contestualizzata in una realtà sociale fatta di modelli cooperativi, piccola impresa e non di grande industria e lotteremo per portare nuovi investitori sul territorio semplificando la macchina pubblica. Abbiamo un patrimonio artistico che potrebbe permetterci un turismo degno di questo nome che però deve lasciare la ricchezza al territorio e non ai soliti amici e i soliti noti. Non abbiamo interessi da difendere se non quelli dei cittadini e continueremo a comportarci di conseguenza. Non abbiamo ideologie alle spalle ma desiderio di rinnovare e ammodernare la città. Abbiamo visioni, progetti di lungo termine per rimediare a tutte le complici alleanze sotterranee che hanno ingessato questa città.
Noi punteremo alla nostra politica, al nostro modo di essere e quindi a vincere le elezioni. Ad oggi, lo ribadiamo, non ci interessano alleanze o collocazioni in coalizioni litigiose e rattoppate per le elezioni che si sciolgono il giorno dopo il voto (il 4 marzo ce lo ricorda bene). Non siamo in vendita e non cerchiamo poltrone. Sono le idee che contano e ci sorreggono. Da sempre.

Paolo Pennini
Laboratorio Civico Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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