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TRACCIA CONDIVISA PER CAMBIARE FERRARA

Quasi un Programma

Questo che leggete non è Il “Programma Elettorale” della Lista Popolare, l’abbiamo chiamata più semplicemente “Traccia Condivisa per Cambiare Ferrara”, la traccia del sentiero da percorrere insieme: 5 temi che riteniamo fondamentali e prioritari, 5 obiettivi che vogliamo siano presi in carico e realizzati dal futuro governo della città.
Una traccia “condivisa” perché è il risultato delle idee, sollecitazioni, proposte espresse fino a qua da centinaia di cittadini e cittadine negli incontri de La Comune di Ferrara e da altri gruppi, comitati e movimenti che, in questi mesi ed anni, sono scesi in campo.
Una traccia che rimarrà aperta ad altri contributi e si arricchirà di nuovi contenuti nei prossimi mesi, durante la campagna elettorale.

1 ) DECARBONIZZAZIONE, MOBILITA’ E RIGENERAZIONE URBANA

E’ un Tema Vitale (per ognuno di noi e per tutta l’umanità), un argomento di cui si parla moltissimo nei summit, ma che segna un sostanziale fallimento della politica. In questo quadro, la situazione della nostra città è drammatica: siamo tra le città più inquinate d’Italia, la più inquinata in Emilia-Romagna.
Assumere a Ferrara questo tema centrale, significa compiere concrete scelte politiche in più di un campo:
A ) Chiudere la seconda linea dell’inceneritore;
B) Inaugurare la raccolta porta a porta dei rifiuti urbani;
C ) Estendere in modo significativo la Zona Pedonale del Centro Storico, arrivando nel medio periodo a comprendere l’intera area entro le Mura;
D) Limitare al massimo il passaggio e la fermata dei veicoli all’interno della Zona Pedonale;
E) Rigenerazione urbana fondata sul blocco del consumo di suolo, la predisposizione di trame verdi interne alle città e tra queste e i loro territori periurbani e agricoli intese come corridoi paesaggistici e servizi ecosistemici e una politica della casa incentrata sul suo valore pubblico;
F ) Approntare un piano organico di piste ciclabili;
G ) Potenziare il servizio di trasporto pubblico e renderlo progressivamente gratuito;
H ) Riportare il Parco Urbano Bassani alla sua vocazione originaria;
I) Realizzare il Parco Sud della città;
L) Promuovere le comunità energetiche;
M) Programmare sia l’efficientamento energetico sia l’intensificazione del ricorso alle energie rinnovabili, a partire dall’utilizzo degli edifici pubblici e delle aree dismesse;
N) Fermare gli impianti di biogas/ Biometano, a partire da quello di Villanova

 

2 ) BENI COMUNI DA RICONQUISTARE

Forse ce lo siamo dimenticati ma esistono beni che da che mondo e mondo appartengono a tutti e che solo negli ultimi decenni sono stati privatizzati. L’acqua, ad esempio, il bene primario per eccellenza. L’acqua deve essere pubblica, lo aveva sancito un referendum popolare nel 2011, ma il privato ha fatto finta di niente e la politica è stata a guardare. L’acqua privatizzata è in mano a delle multiutilities quotate in borsa, che sull’acqua fanno profitti e che poco o nulla spendono per sostituire impianti obsoleti e tubature colabrodo. Così, oltre alla beffa dell’acqua pubblica scippata, c’è lo scandalo della dispersione di un bene prezioso. Circa il 40% dell’acqua immessa nelle tubatura non arriva ai rubinetto ma viene dispersa nell’ambiente.
A ) Il 31 dicembre del 2027 scade la concessione dell’acqua a Hera Spa. Il nuovo governo cittadino ha davanti il tempo necessario per preparare un piano economico- finanziario per ripubblicizzare il servizio idrico. Con le nuove normative, a quella scadenza bisognerà costituire un unico soggetto gestore di tutta la provincia, per cui diventa attuale e possibile dar vita ad un’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico per tutta la Provincia, considerando che già oggi il Basso ferrarese è servito da CADF, Spa a totale capitale pubblico.
B ) La concessione ad Hera del Servizio raccolta Rifiuti Urbani è invece già scaduta il 31.12.2017, siamo quindi in regime di proroga. In questo caso, il piano di ripubblicizzazione del servizio è molto meno oneroso. Il nuovo governo di Ferrara deve impegnarsi a portarlo a termine  in tempi brevi. La nuova azienda, con la collaborazione attiva dei cittadini utenti, non dovrà solo impegnarsi in una più efficiente raccolta differenziata, utilizzando il sistema porta a porta, ma nella progressiva riduzione e minimizzazione dei rifiuti, per arrivare sempre più vicino all’obiettivo ideale di “Rifiuti Zero”.
C ) Sono in atto processi di privatizzazione anche nella Sanità, in tutta Italia ma anche a Ferrara, una deriva da contrastare puntando sulla Sanità Pubblica Territoriale e accorciando le liste d’attesa.
D) Occorre ricostruire un’azienda pubblica dei trasporti del territorio ferrarese ( oggi siamo stati assorbiti da TPER) per realizzare gli obiettivi sopra delineati in termini di politica del trasporto pubblico
E) Lavoro locale dignitoso e di qualità, che le aziende ripubblicizzate dovrebbero garantire.

 

3 ) DEMOCRAZIA PARTECIPATA

La Democrazia Rappresentativa, così come è stata disegnata anche dalla nostra Carta Costituzionale, attraversa una crisi probabilmente irreversibile. E’ superata? No, ma non è più sufficiente. Sappiamo come il popolo dei non votanti (chiamato riduttivamente “astensionismo”) è in continua crescita. Nel 2019 a Ferrara il 40% degli aventi diritto non ha votato. I partiti (altra istituzione in profonda crisi) continuano a fare inutili appelli verso gli astensionisti, senza capire che molti di coloro che non votano (o votano di malavoglia), vorrebbero una democrazia diversa, vorrebbero decidere, “contare”, e non limitarsi a votare ogni tot anni.
Per questa ragione La Democrazia Partecipata diventa un terreno decisivo se vogliamo cambiare il volto della città.
A ) Introdurre nuovi strumenti normativi, da inserire nel regolamento del Consiglio Comunale;
B ) Mettere a disposizione, in ogni quartiere, ogni zona omogenea della città, ogni Frazione, una saletta pubblica per incontri, riunioni, piccoli spettacoli, al servizio delle cittadine e dei cittadini di ogni età. Deve essere uno spazio gratuito, sotto la gestione e la responsabilità di una associazione culturale o di volontariato sociale;
C )  Istituire Assemblee di quartiere, a cui destinare risorse apposite per costruire un vero Bilancio Partecipativo;
D ) Istituire Assemblee dei cittadini, sulla base di un sorteggio costruito sulla reale stratificazione sociale, abitativa e di genere, per arrivare a supportare le  decisioni sui temi strategici riguardanti la città, a partire da quello relativo al contrasto al cambiamento climatico
E ) Estendere e rendere stabili gli esperimenti estivi di piccoli lavori pubblici di quartiere svolti da giovani studenti guidati da pensionati competenti

 

4 ) UNA CULTURA GRANDE COME UNA CITTA’

Ci hanno abituato alla cultura che Ferrara importa e ospita nelle grandi esposizioni, una cultura legata solo al turismo, agli spettacoli effimeri, mentre la Cultura riguarda tutte/i e tutta la città. Come scriveva Fernand Braudel: “La cultura è il modo di crescere, di vivere, di amare, di sposarsi, di pensare, di credere, di ridere, di nutrirsi, di vestirsi, di costruire le case, di disegnare la città e i campi, di comportarsi: saper stare di fronte all’eternità, non scambiare la vita per una corsa inquieta contro il tempo.”.  Ferrara ha quindi bisogno di un vero e proprio Rinascimento Culturale, valorizzando la cultura che si produce ogni giorno, in centro come in periferia.  Ecco alcune proposte da realizzare nei prossimi 5 anni. Altri potranno essere aggiunti:
A ) Sviluppare il sistema bibliotecario cittadino esistente, aumentare l’orario di apertura, incrementare i fondi per gli acquisti e per le attività culturali;
B ) Realizzare una grande biblioteca in zona Sud (La Grande Rodari) ed aprire nuove piccole biblioteche di quartiere e di frazione, creando una rete diffusa per la democrazia informativa;
C ) Dedicare un fondo consistente al finanziamento di progetti di residenze artistiche, in collaborazione con gruppi e associazioni culturali cittadine (teatro, poesia, canto, musica, arti visive, ecc. ), per ospitare artisti e gruppi che possano contribuire alla crescita di un’offerta culturale di qualità in dialogo con il territorio;
D ) Avviare un percorso di co-progettazione (Comune- Università-Privato Sociale-Start up- Associazioni) sulla grande area della ex Caserma, intercettando finanziamenti nazionali ed europei. La ex caserma dovrà diventare un grande e moderno polo pubblico polifunzionale, dedicato allo studio, alla ricerca, alla cultura e all’arte;
E) Caratterizzare Ferrara come città universitaria: accogliente nei confronti dei giovani che la scelgono come propria città e capace di favorire processi di internazionalizzazione e processi economici e lavorativi di qualità;
F) Promuovere eventi culturali, con attenzione sempre al tema della sostenibilità;
G) Rivedere la politica tariffaria per i servizi educativi 0-6, differenziando le quote contributive per le famiglie e un controllo sui finanziamenti alle scuole parificate a gestione privata, con riduzione progressiva;
H) Potenziare i servizi per il diritto allo studio e i progetti formativi per tutte le età, compresa una razionalizzazione degli istituti comprensivi;
I) Rafforzare la collaborazione tra Istituzioni Scolastiche, Università e agenzie formative per promuovere ricerca educativa, buone prassi e percorsi di partecipazione dei ragazzi e delle ragazze alla vita della comunità.

5) WELFARE DI COMUNITA’, DIRITTI E CITTADINANZA

Desideriamo che Ferrara si caratterizzi sempre di più come una città a misura di fragilità umane, secondo i cicli della vita e nel rispetto del diritto a vivere in una città che promuove il benessere dei suoi cittadini; una città impegnata nella riduzione delle diseguaglianze e delle discriminazioni, garante dei diritti di cittadinanza, in un contesto in cui tutte e tutti possano sentirsi sicuri.
Una città che sappia orientare e dare strumenti, indicando dove ricevere aiuto e consiglio gratuito per facilitare l’accesso ai servizi presenti nella comunità, risolvere i problemi ed inserirsi nella società; attenta all’inclusione e al benessere dei bambini, dei giovani, delle persone con disabilità, degli anziani, che tuteli e favorisca l’accesso ai diritti (mobilità, cultura, socialità, sport, scuola..).
In particolare:
A. Creare spazi permanenti di incontro in cui Servizi pubblici, terzo settore e società civile, ma anche mondo imprenditoriale e Università, possano integrare osservatori, competenze e visioni riconoscendo e valorizzando le risorse, senza mai perdere di vista la centralità della persona;
B. Ricercare sinergie con il mondo del credito, una infrastruttura fondamentale per sostenere in particolare giovani e fragili;
C. Potenziare i servizi sociali e del terzo settore, anche attraverso strumenti di amministrazione condivisa e con spazi garantiti all’associazionismo e al volontariato;
D. Creare un osservatorio partecipato bottom up sulla condizione giovanile;
E. Creare un  Forum permanente sulle diseguaglianze e sulle diversità;
F. Promuovere forme di co housing;
F.  Ripensare tutti i settori legati alla sicurezza, con nuove assunzioni, aggiornamento del personale ed una serie di innovazioni organizzative;
G. Promuovere la cittadinanza attiva nei quartieri, per migliorare la vigilanza, la coesione sociale e la cura della propria comunità;
H. Opporsi a qualsiasi progetto di creazione sul territorio di CPR Centri Permanenza Rimpatri, luoghi disumani, privi di vera tutela legale e di cure mediche adeguate.

La Comune di Ferrara
https://www.lacomunediferrara.it/

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La Comune di Ferrara

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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