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A partire da domani circoleranno sulle strade ferraresi nuovi autobus extraurbani: 18 Iveco Crossway che progressivamente entreranno in servizio, tutti entro Natale.
“L’entrata in servizio di questi nuovi bus di Tper va nella direzione di una sempre maggiore qualità del servizio nel bacino di Ferrara che come agenzia per la mobilità perseguiamo insieme all’azienda di trasporti  – ha commentato l’Amministratore Unico di AMI Srl, Antonio Fiorentini – Si tratta di nuovi mezzi che vanno a sostituire vetture più datate, rinnovando, in tal modo, un’ulteriore quota del servizio extraurbano all’insegna del confort, dell’accessibilità e della riduzione delle emissioni in atmosfera”.
I nuovi Iveco Crossway, infatti, di classe ambientale Euro 6D, oltre ad essere più moderni, ecologici e performanti rispetto ai mezzi che andranno a sostituire, sono equipaggiati con impianto di videosorveglianza e climatizzati per il confort a bordo in ogni stagione; sono inoltre provvisti di pianale ribassato per consentire un comodo accesso a tutti e dotati di pedana estraibile e posto attrezzato per persone a mobilità ridotta. Sono, infatti, concepiti per la massima accessibilità di ogni categoria di passeggeri: un particolare di significativa importanza che estende sempre più anche all’ambito extraurbano le possibilità di spostamento in autonomia delle persone che utilizzano ausili per la loro mobilità. Il layout interno di questi bus – che possono ospitare, a piena capacità di carico, 46 passeggeri seduti e 30 in piedi – è ispirato alla funzionalità e alla gradevolezza del viaggio.
Nelle parole della Presidente e Amministratore Delegato di Tper SpA, Giuseppina Gualtieri, il senso dell’impegno continuo dell’azienda nel rinnovo del parco veicolare pubblico: “Si compie un ulteriore passo di un percorso di transizione energetica intrapreso al fianco delle nostre Istituzioni per migliorare i servizi non solo in area urbana, ma anche sulle lunghe percorrenze, a vantaggio dell’utenza pendolare e scolastica e a beneficio dei territori serviti. Anche grazie alla solidità economico-finanziaria dell’azienda, continuiamo ad investire anche in tempi di crisi pandemica, consapevoli dell’importanza di un trasporto pubblico sempre più qualificato”.
L’acquisto di questi 18 bus ha comportato un investimento di 3,9 milioni di euro, sostenuto al 50% dalla Regione Emilia-Romagna, che ha messo a disposizione fondi del Ministero dell’Ambiente, e al 50% da Tper in autofinanziamento.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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