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Da: Comune di Copparo

Si chiama “Fare Ponti”, ed è la Strategia per l’area interna Basso ferrarese. E già il nome rappresenta il senso del progetto: una ‘ricucitura’ spaziale tra terra e acqua e tra costa e città. Sul piatto ci sono forme di aiuto reciproco tra giovani e anziani, con innovazioni nelle produzioni e nei servizi per favorire integrazioni tra settori, come ad esempio l’agricoltura con il sociale, la sanità con la banda ultra larga.
Obiettivo strategico è quello di contrastare la preoccupante situazione demografica del Basso ferrarese, caratterizzata dal calo della popolazione residente, dal forte invecchiamento della popolazione e dalla scarsa presenza di giovani. Come? Garantendo un impegno straordinario per dare “un di più” ai servizi locali, dalla sanità al contrasto alla dispersione scolastica, dall’estensione della banda ultra larga alle opportunità da cogliere nel campo del turismo e dei servizi.

In vista dell’approvazione formale – sono stati presentati al territorio, nel corso di un incontro pubblico a Codigoro (Fe) mercoledì 28 novembre, a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi, la coordinatrice del Comitato tecnico per le aree interne, Sabrina Lucatelli, il sindaco di Copparo e portavoce dell’Area interna del Basso ferrarese, Nicola Rossi, e il sindaco di Codigoro, Alice Zanardi.

Sono 16 gli interventi che compongono la Strategia, finalizzati appunto ad invertire la tendenza allo spopolamento, in particolare da parte dei giovani. Finanziati con quasi 12 milioni di euro, di cui 7,5 di risorse regionali provenienti dai Programmi europei (Fse, Fesr e Feasr) e 3,7 milioni di risorse nazionali, saranno realizzati in un’area di oltre 1.000 chilometri quadrati, che conta 95mila abitanti e 11 Comuni compresi in 2 Unioni (Unione Terre e Fiumi e Unione Delta Po), oltre al comune di Comacchio.

I commenti
“Questa Strategia presenta dei forti elementi di innovazione ed un segno concreto per il rilancio del territorio ferrarese- ha sottolineato l’assessore Patrizio Bianchi- La progettazione si concentra in particolare sui giovani, per affrontare alcuni problemi che li riguardano come la dispersione scolastica e la disoccupazione, attraverso interventi mirati di formazione orientata alle linee di sviluppo peculiari di questa area. La Strategia, in coerenza con gli obiettivi del Patto per il lavoro di Ferrara firmato a febbraio 2018, ha già prodotto una maggiore collaborazione dei territori e la Regione non solo mette a disposizione le risorse, ma anche le proprie capacità organizzative e progettuali per dare concretezza agli interventi”.

“Registro con orgoglio i progressi di questo territorio legati all’impegno dei sindaci e di una Regione, l’Emilia-Romagna, che ha saputo adattare e lavorare sui programmi, spesso rigidi, per riuscire a dare risposte alle esigenze delle proprie aree interne- ha detto Sabrina Lucatelli-. Bene che si sia puntato molto sulla costruzione di un sistema intercomunale permanente, ora l’attenzione deve passare su attuazione e raggiungimento dei risultati prefissati”.

“Giornata importante per il territorio del Basso ferrarese- ha affermato il sindaco Nicola Rossi-. Abbiamo raggiunto la prima tappa di un percorso non scontato, che partendo da presupposti di debolezza ha trovato la forza di programmare e condividere obiettivi comuni. Dopo la positiva valutazione della Strategia, si entra ora nel merito dei progetti: si tratta di progetti diversi che puntano a dare forza agli ambiti più fragili, mettendo al centro i cittadini e i servizi. Ciò vuol dire portare il nostro territorio a superare quella fragilità che in questi anni lo ha reso meno appetibile e che ha fatto del decremento demografico una caratteristica costante. L’accessibilità ai servizi e le politiche di comunità dovranno essere il filo conduttore per la collocazione e la realizzazione di progetti comuni, che superino confini ormai relegati a percezioni anacronistiche. Un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa prima fase”.

La Strategia per le Aree interne
Le Aree interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri abitati e con traiettorie di sviluppo instabili ma dotate di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche con un forte potenziale di attrazione.
Il Piano nazionale di riforma negli anni scorsi ha adottato la Strategia di sviluppo per contrastare la caduta demografica e rilanciare la crescita e i servizi di queste zone, mettendo a disposizione fondi ordinari della legge di stabilità e fondi comunitari. L’Agenzia nazionale per la coesione territoriale è il soggetto responsabile dell’attuazione.
L’Emilia-Romagna, nell’ambito della Strategia nazionale, ha individuato quattro aree interne: oltre al Basso Ferrarese, l’Appennino Emiliano, l’Appennino Piacentino Parmense e l’Alta Valmarecchia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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