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Comunicato stampa Conservatorio Ferrara.

Sabato 15 maggio 2021 ore 16 sul canale Facebook del Conservatorio:
STUDIO QUINDI S(U)ONO.
Carta bianca agli studenti: secondo dei tre weekend, gli allievi del Conservatorio di Ferrara propongono concerti in diretta streaming dall’Auditorium del Frescobaldi. In scaletta anche le produzioni originali dei gruppi nati all’interno del Conservatorio.

Ferrara – Secondo appuntamento con gli studenti del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, con il progetto musicale Studio quindi S(u)ono che prende avvio domani, sabato 15 maggio. Gli allievi del Frescobaldi fanno propria la nota locuzione cartesiana, cogito ergo sum – «penso quindi sono» – con la quale il filosofo esprime la certezza dell’uomo quanto soggetto pensante, e la riformulano declinandola secondo i canoni del Conservatorio, legati allo studio e al fare musica insieme.

Dopo l’inaugurazione dell’8 maggio con l’esibizione di alcuni allievi del dipartimento Jazz, si continua sabato 15 maggio con il concerto di nove formazioni cameristiche classiche e si conclude il 22 maggio con l’esibizione dei quartetti d’archi. La rassegna è stata ideata e organizzata insieme alla Consulta degli Studenti del Conservatorio.

L’appuntamento con la musica sarà trasmesso in streaming sul canale Facebook del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara dalle ore 16: www.facebook.com/conservatorioferrara

Le formazioni cameristiche saranno protagoniste di questo nuovo appuntamento con la musica. In programma J.S. Bach, sonata in Mi maggiore BWV 1035 per flauto e basso continuo eseguita da Elena Corrò (flauto), Devid Pavanati (basso continuo), Alessandro Malavasi (violoncello), J.J. Froberger, Lamento sopra la dolorosa perdita di Ferdinando IV Re dei romani; toccata III, eseguita da Ludovico Silvestri al clavicembalo, J.S. Bach, partita in La minore BWV 1013 per flauto solo, eseguita da Stefano Sadè al flauto, J.S. Bach, gavotte dalla suite n°6 BWV 1012 per violoncello solo, trascritto per chitarra, brano eseguito da Giovanni Taddia alla chitarra, H. Purcell, da Dido and Aeneas (Jove’s command should be obey’d; Your counsel all is urged in vain; When I am laid in Earth), con il baritono Simone Pattocchio, Simona Live, soprano, e Maristella Ragnedda al pianoforte, N. Paganini, duetto amoroso per violino e chitarra con Leonardo Cesini al violino e Federico De Salvador alla chitarra, N. Rota, trio per flauto, violino e pianoforte con Rossana Borzacchelli al flauto, Luca Faraci al violino ed Erica Ruggiero al pianoforte, J.B Singelèe, quartetto per sax, I movimento, Philippe Geiss, Sir Patrick, Pedro Iturralde, Pequeña czarda, eseguite da Enrico Leonarduzzi, sax soprano, Andrea Biasotto, sax contralto, Eva Pupo, sax tenore, e Alessia Gardenal, sax batirono. Infine Jeremiah Clarke, Prince of Denmark’s March, C. Reskin, A cappella, The King is coming, Julian Porret, 6 trios faciles con Ciro Grieco, Lorenzo Rizzuta e Alexandar Bagli Milev alle trombe.

Il progetto Studio quindi S(u)ono era già stato proposto nel 2016 e riproposto ora dalla nuova Consulta degli studenti, costituita da Rachele Amore, Valentina Franzaroli e Simone Pattocchio. “Un’attività – spiegano i rappresentanti – pensata dalla Consulta degli studenti per gli stessi studenti e che ha come obiettivo quello di offrire a tutti i musicisti che lo desiderino la possibilità di suonare i brani che vengono studiati durante l’anno accademico”. Un modo per mettersi alla prova, ma non solo. “Permette inoltre a tutte quelle formazioni musicali interne al Conservatorio, nate dall’incontro tra gli studenti – concludono Rachele Amore, Valentina Franzaroli e Simone Pattocchio – di presentare i propri progetti originali, quelli che esulano dal programma di studi”.

“Con questo progetto – commenta Fernando Scafati, direttore del Conservatorio – il Consiglio Accademico ha dato piena fiducia agli studenti, offrendo loro l’opportunità di un’iniziativa autonoma, a sottolineare anche il loro grado di maturità, visto che si tratta di studenti dei corsi accademici superiori. Il migliore obiettivo per un insegnante è vedere i propri allievi proseguire con le loro gambe”.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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