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Da: Organizzatori
Giovedì 30 maggio 2019 alle ore 20.15 al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara sarà rappresentato lo spettacolo“LA VOGLIA DI SOGNARE” interpretato dagli allievi della scuola di danza Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara, diretta artisticamente da Silvia Bottoni. Saliranno sul palco piccoli e grandi allievi di danza classica, moderna , contemporanea, break dance, hip hop, twirling, tango, burlesque e boogie woogie. Lo spettacolo è la sintesi di un progetto didattico portato avanti sin dall’inizio dall’anno nei vari corsi della scuola. Si è partiti dallo studio della danza utilizzato come linguaggio per esprimere emozioni, desideri e…… SOGNI. LA VOGLIA DI SOGNARE è uno spettacolo corale cui parteciperanno come ospiti il gruppo FLYING BOPPERS di Alice Formignani, il gruppo TEASERAMA FERRARA BURLESQUE SCHOOL, la SCUOLA DI MUSICA PRIME NOTE DI FERRARA con cui si è collaborato per sviluppare le varie coreografie interpretate da piccoli e grandi allievi che useranno il linguaggio del corpo per tradurre il loro pensiero interiore senza pretenziosità ma con energia e passione. Perché alla base della danza vi sono tre fondamenti: praticarla, condividerla, rappresentarla. Fondamentale poi è l’esperienza del palcoscenico: un SOGNO che si traduce in realtà, il traguardo finale che premia gli allievi dei tanti sacrifici fatti. E permette loro di misurarsi in una dimensione diversa dal luogo di studio dove finalmente si potrà danzare per il pubblico. Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Ferrara sarà allestito a favore di AIL Sezione di Ferrara che sarà presente con i suoi volontari e il Presidente Gian Marco Duo perché la danza abbia anche una finalità sociale e non sia solo esposizione sterile di tecnica e di forma. In questo mondo ormai privo di ideali e di stabili punti di riferimento è importante che i ragazzi mantengano inalterati i propri sogni personali e collettivi per ritrovare una dimensione più umana e attraverso la gestualità si muovano pensieri, sensazioni, emozioni. La ricerca delle musiche, dei costumi, degli oggetti ha portato al totale coinvolgimento di tutti i danzatori che passo dopo passo si sono calati nelle varie coreografie cercando di dare loro un’anima. La sperimentazione, la rielaborazione, l’approccio diverso, lo scambio di idee, di linguaggi arricchiscono il nostro quotidiano e ci proiettano verso un futuro migliore.

Ideazione e regia: Silvia Bottoni

Coreografie: Eleonora Balleri – Giulia Bonora – Silvia Bottoni – Federica Fabbrizzi – Alice Formignani – Vladislav Kniazev – Ieva Kremer e Lorenzo Zugan – Sara Marcon – Federica Negri – Veronica Principato – Racy Ros -Ludmila Ruskova – Martina Saccenti

Segretaria di produzione: Giulia Bonora con la collaborazione di Eleonora Balleri

Audio, luci e allestimento scenico: Tecnici del Teatro Comunale di Ferrara e Suono Immagine
Fotografie e riprese video: Daniele Mantovani, Bruno Droghetti
Costumi: Gioconda Pirazzini Guerra, InternoDanza, Beatrice Galliera
Locandina su disegno originale del Maestro Marco Jannotta
Elaborazione grafica: Giulia Bonora

“Che strana macchina è l’uomo. Gli metti dentro lettere dell’alfabeto, formule matematiche, leggi e doveri ed escono favole, risate e…. SOGNI”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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