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Da: Organizzatori

Bosco Mesola in festa fino a lunedì 7 ottobre, tanti i volontari al lavoro

Bosco Mesola (Fe).
Continua a Bosco Mesola la Sagra del Radicchio, che si concluderà lunedì 7 ottobre.
Un week end che vedrà come sempre gli stand gastronomici in attività, grazie all’impegno dei tantissimi volontari della Pro Loco di Bosco Mesola e dell’APS Più Felici, e le tante escursioni naturalistiche e culturali, ma anche eventi un po’speciali. Ormai tradizionale, torna anche quest’anno sabato 5 ottobre “As càten a la fiera”, un pranzo a menù fisso che raggruppa tutte le famiglie con cognomi tipici di Bosco Mesola e non, un momento di condivisione e festa famigliare organizzato in collaborazione con Gruppo Mangolini. Sempre sabato alle 16, presso il Teatro Nuovo, “Retroacademy”, curioso viaggio alla scoperta delle attività informatiche degli anni ‘70, ‘80 e ’90, quando ancora lo smartphone e i social non esistevano. Alle 21.30 la musica di “Deviazioni Spappolate”, tribute band di Vasco Rossi, farà divertire e cantare il pubblico presso l’Area Spettacoli.
Domenica 6 ottobre alle 10.30, per la prima volta alla Sagra del Radicchio, il ritrovo di auto storiche e sportive in collaborazione con Ematoma Racing e Abarthclub Bassopolesine. Alle 16.30, in Piazza Bullega, spazio alla carica dell’hip hop di Valentina Rasi e dello Zumba Fitness di Daniela, in collaborazione con Palestra Sporting 2000 di Bosco Mesola e Palestra Sport Gym Club di Tresigallo.
Per chiudere la giornata in bellezza, alle 19 l’attesissima estrazione della tombola dal valore complessivo di 10.000 euro e alle 20 l’aperitivo musicale con la Branco Band.
La Sagra chiuderà lunedì 7 ottobre con i festeggiamenti della Madonna BV del Rosario, con la messa delle 15 celebrata dall’Arcivescovo della Diocesi di Ferrara e Comacchio Mons. Gian Carlo Perego, Abate di Pomposa. Alle 17.30 spazio alla storia del territorio con la presentazione del libro “I racconti del mio Boscone” scritto da Prof.ssa Teresa Villani mentre alle 20.30 in Piazza Vittorio Veneto, prima dell’estrazione della tombola da 5.000 euro, ci sarà da ridere con l’attesissimo show comico di Paolo Franceschini, Andrea Vasumi e Rino Ceronte, che faranno divertire grandi e piccini per chiudere in allegria la sagra e dare a tutti un arrivederci al 2020.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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