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18 Luglio 2019

Scomparse

Tempo di lettura: 4 minuti


Lasciano famiglie immerse nella totale disperazione, i bambini scomparsi, e se non hanno alle spalle una famiglia diventano comunque un numero in più di quell’esercito silenzioso inghiottito dal nulla. Fa impressione pensare a un bambino o un ragazzo ancora minorenne che perde i contatti con la vita quotidiana, le persone che lo accudivano o che in qualche modo provvedevano a lui. Fa ancora più impressione il caso dei minori stranieri, non accompagnati, senza documenti e protezione di sorta, perché più fragili ed esposti, vulnerabili, allo sbando, senza riferimento alcuno. Tutti, comunque, piccole vittime sottoposte a rischi, in balìa degli avvenimenti senza la preparazione e la possibilità di autotutelarsi.

Dal report del Commissario Straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle scomparse, emergono chiari i dati riguardanti la situazione attuale: dal 2014 al 2018 i minori scomparsi sono 62.105, di cui 31.097 i casi risolti con il ritrovamento. Da ricercare ancora rimangono 31.008, per la maggioranza stranieri. Solo nel 2018 in Italia sono scomparsi 3001 bambini e ragazzi connazionali e 7808 stranieri, questi ultimi in flessione nel 2017 e nel 2018, con una maggiore rintracciabilità rispetto la precedenza. La fascia di età prevalente è 15-17 anni e dai dati della Polizia di Stato, Direzione centrale Anticrimine, è emerso che sono occorsi in media dai 22 ai 28 giorni per ritrovare il minore e che, nel 77% dei casi risolti, la conclusione è avvenuta in meno di 30 giorni. In prevalenza si allontanano volontariamente da casa o da centri di accoglienza, vengono rapiti da uno dei genitori e talvolta fatti espatriare o sottratti da terzi con gli scopi più turpi, dall’adozione illegale alla pedofilia ad altre forme di sfruttamento.
Nel nostro Paese scompare un minore ogni sette giorni. Per le famiglie è un limbo senza uscita, paralizzate dall’impotenza perchè il non sapere impedisce l’elaborazione della perdita. Talvolta ci si ferma alla rabbia e la speranza diventa l’espediente per non pensare al futuro, a quello che potrebbe essere, investendo su qualcosa che non esiste, anche se è pur sempre vero che la speranza è l’ultima a morire.
In Europa sono in media 250.000 nell’arco dell’anno le segnalazioni di scomparsa che pervengono nei centri preposti; 8 milioni le segnalazioni nel mondo. Dati che danno l’idea della consistenza del fenomeno. I centralini europei del numero unico 116000 di Missing Children Europe Onlus (in Italia gestito da Telefono Azzurro) ricevono segnalazioni e richieste di aiuto a flusso continuo, di casi molto diversi tra loro, ma legati da una realtà finale unica: la scomparsa di un numero impressionante di minori.

Viene da pensare alla leggenda del ‘Pifferaio di Hamelin’ (in tedesco ‘Der Rattenfänger’ l’accalappiatore di ratti), conosciuta come ‘Il pifferaio magico’, tradotta abilmente in fiaba dai fratelli Grimm e messa in poesia da Goethe. Una storia di scomparsa che attinge a fatti presumibilmente accaduti, mai definitivamente appurati e suffragati con forza. Una vicenda fatta risalire al 1284 nel paese di Hamelin, in Bassa Sassonia, dove un suonatore viene assunto dal borgomastro per trascinare con la sua musica i topi del borgo nel fiume. Assolto il suo compito e vistosi togliere il compenso, decide di trascinare con sé i bambini del villaggio, strappandoli alle famiglie e scomparendo con loro. Una narrazione, forse, correlata alla peste che imperversava, il cui bacillo yersinia pestis trovava facile veicolo nei ratti. Altra versione potrebbe essere il repentino abbandono della cittadina di 130 ragazzi, probabilmente emigrati per andare a lavorare altrove. Meno probabile risulta la loro morte per inondazione o il rapimento da parte di qualche setta, piuttosto che l’annegamento in massa nel fiume Weser. Rimangono più credibili le ipotesi di scomparsa per essere stati travolti da una frana oppure, più verosimilmente, convince il loro spostamento volontario nella Germania orientale, allo scopo di fondare nuovi villaggi, come risulta ampiamente da documentazione storica. Un pifferaio reclutatore di nuova forza lavoro, quindi, che favorisce l’allontanamento dalle famiglie con la prospettiva di nuovi insediamenti. La fantasia ha aggiunto il resto: le varianti raccontano che si sia salvato uno soltanto dei bambini, uno zoppo che salva gli altri, oppure è il pifferaio stesso che decide di liberarli da ogni vincolo. La versione più creativa suggerisce che i malcapitati entrati in una caverna, siano usciti da un’altra cavità montuosa, la grotta di Almaş in Transilvania, avvalorando la giustificazione della presenza di Sassoni in quel territorio.

Scomparse reali, sparizioni romanzate e tradotte in leggenda, esiti felici e conclusioni tragiche. La scomparsa di qualcuno è sbigottimento, preoccupazione, attesa, sconcerto, disperazione per l’intera comunità, di chiunque si tratti, perché ogni essere merita attenzione e sostegno.
E’ scritto anche nel preambolo del rapporto di Governo sul fenomeno degli scomparsi:

Alcuni scompaiono perché vogliono scomparire
Altri si perdono
Altri vengono rapiti
Molti sono morti, qualcuno è ancora vivo
Ma tutti loro
Hanno bisogno di qualcuno che vada a cercarli.

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Liliana Cerqueni

Autrice, giornalista pubblicista, laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. E’ nata nel cuore delle Dolomiti, a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), dove vive e dove ha insegnato tedesco e inglese. Ha una figlia, Daniela, il suo “tutto”. Ha pubblicato “Storie di vita e di carcere” (2014) e “Istantanee di fuga” (2015) con Sensibili alle Foglie e collabora con diverse testate. Appassionata di cinema, lettura, fotografia e … Coldplay, pratica nordic walking, una discreta arte culinaria e la scrittura a un nuovo romanzo che uscirà nel… (?).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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