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Da: Associazione culturale Ferrara Off

Sabato 15 dicembre alle ore 21.00 in scena al Teatro Ferrara Off (viale Alfonso I d’Este 13) ‘Sciaboletta -La piccola storia di un piccolo Re’, monologo vincitore del ‘Premio Giurie’Direction Under 30 – 2018 del Teatro Sociale Gualtieri e vincitore come ‘Miglior Testo’ al Festival ShortLab di Roma 2018.
L’attoreAlessandro Blasioliporterà in scena le ultime ore che hanno scandito la fuga di Re Vittorio Emanuele III dopo l’armistizio del ’43. Districandosi nella notte fra i selvaggi paesaggi abruzzesi, il Re troverà non pochi problemi lungo la via per la salvezza: i presìdi tedeschi, le bande di paese e l’ombra di Mussolini, che oscura la figura sovrana al punto da farla andare in escandescenza in una invettiva antifascista quanto mai attuale. La storia è nota: il vecchio Re settantaquattrenne fugge verso la salvezza. Avrebbe potuto evitare la disfatta un comportamento più reale da parte dell’anziano Sovrano? Con ironia, un linguaggio derivato dalla Commedia dell’Arte e una scenografia scarna, ‘Sciaboletta’tira fendenti e pone domande a una società che pare stia entrando – ancora una volta – in un’epoca nazionalista e di malcelato odio del diverso.L’ingresso allo spettacoloè di 10 € per i soci Ferrara Off, 6 € studenti Unife, 8 € soci under30, 5 € soci under18, 12 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). È consigliata la prenotazione.
Domenica 16 dicembrealle 17.30, invece, continua la rassegna‘Tradire Bassani’, realizzata conil contributo del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani, a cura di Monica Pavani. L’ospite di questo appuntamento è Sandro Abruzzese che presenterà il suo libro ‘CasaperCasa’ (Rubettino Editore). Autore irpino, nel suo romanzo offre una visione della città di Ferrara dove la dimensione ideale, rinascimentale e letteraria, non smette di affascinare, ma continuamente viene, per così dire, minata da una realtà marginale, che preme dalle periferie, si insinua dai vissuti di personaggi esclusi dalle traiettorie del potere, del denaro o semplicemente dalle tradizioni ataviche che stabiliscono relazioni già preordinate fra le persone. L’appuntamento è a ingresso libero.
Sempre domenica 16 dicembre si terrà, dalle 10.00 alle 15.00,il secondo appuntamento del percorso ‘Dance Off around’, dedicato alla danza e all’arte visiva, a cura di Stefano Babboni, Martina Danieli, Elisa Mucchi, Giacomo Sacenti,rivolto a danzatori, performers e ad artisti visivi.
Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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