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Da: Sindaco F.F. Città di Bondeno

“Gentilissimi, in riferimento alla vostra richiesta, ed in seguito a indagini interne con i nostri docenti, comunichiamo le classi e sezioni che intendono aderire all’iniziativa e i docenti che saranno presenti…”. Inizia così la lettera che la dirigente scolastica dell’Istituto Bonati ha inviato all’Assessorato alla Scuola, nella giornata di Lunedì, comunicando tutte le classi che prenderanno parte al saluto di fine anno all’aperto, proposto dall’Assessore alla Scuola, Francesca Aria Poltronieri. Saranno le sezioni A, C e D delle scuole di Via Granatieri di Sardegna, la sezione delle scuole per l’Infanzia di Lezzine, la quinta classe di Scortichino e la 1A, 3A, 3B, 3E e 3F delle scuole secondarie di primo grado di Bondeno a prendervi parte, con l’accompagnamento dei rispettivi docenti. Per un totale di circa 175 studenti che, tra questo fine settimana e nel corso del mese di Giugno (del 13 giugno per Lezzine e 26 giugno per le scuole d’Infanzia di Bondeno) incontreranno educatori e docenti per il classico saluto di fine anno. Per molti anche di fine ciclo scolastico. Visto che all’inizio del prossimo anno si troveranno in un’altra scuola, con diversi colleghi di banco “Desideravamo che l’ultimo giorno di scuola fosse comunque un giorno da ricordare per tutti questi bambini e ragazzi, costretti ad effettuare lezioni in tele didattica a seguito dell’emergenza COVID-19. La Scuola ed anche i docenti hanno accolto positivamente l’iniziativa e così, da questo fine settimana, potremo organizzare questi momenti di commiato”, dice l’Assessore alla Scuola, Francesca Aria Poltronieri. Si unisce ai ringraziamenti il Sindaco facente funzioni Simone Saletti: “Il Comune metterà a disposizione gel sanificanti, mascherine, ed inoltre si avvarrà della collaborazione della Polizia Municipale e dello staff dell’associazione di promozione sociale La Locomotiva, per garantire il rispetto del distanziamento sociale e il rapporto numerico consentito tra ragazzi ed educatori”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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