I giramenti di testa sono il sintomo più frequente dopo la febbre e la cefalea, ma spesso non vengono interpretati in maniera corretta. Innanzitutto, occorre specificare che ce ne sono di vari tipi: il capogiro che dà una sensazione di confusione, di testa piena, di testa vuota; la vertigine, la sensazione visiva di rotazione dell’ambiente in cui ci si trova; l’instabilità, ossia la sensazione di oscillare quando si sta in piedi; il disequilibrio che è la difficoltà nel procedere quando si cammina, con paura di cadere. La vertigine può essere l’espressione di un danno del labirinto mentre il capogiro, l’instabilità ed il disequilibrio sono spesso sintomi che la accompagnano o restrizioni fascio-vascolari. Sgombriamo però l’idea che il giramento di testa sia provocato solo dall’artrosi cervicale, questa diagnosi ha portato stuoli di pazienti a sottoporsi a visite ortopediche, radiografie e risonanze magnetiche del tutto superflue. Per venire a capo della questione basterebbero invece poche, semplici domande: quanto durano i giramenti di testa? Compaiono dopo che si sono fatti movimenti particolari? Vi si associano disturbi dell’udito? Il paziente ha dei ponti in bocca, un’ernia iatale, problematiche cardiache, ecc. Sicuramente un paziente con questo tipo di sindrome vertiginosa avrà una maggiore tensione della muscolatura del collo, ma ciò non significa che il disturbo provenga necessariamente da quel distretto. In effetti varie possono essere le cause che possono provocare la crisi vertiginosa e l’interpretazione di ciò dipende, molto spesso, dalla specialistica a cui ci si rivolge. L’equilibrio Molti sono i fattori che lo determinano ed un’alterazione di uno di questi fattori può creare seri scompensi in tutto il sistema posturale. Infatti l’equilibrio è un bene fondamentale per l’uomo: può persino essere considerato il suo sesto senso nella condizione in cui sono garantiti: – una posizione corretta del corpo nello spazio; – un orientamento dello sguardo che consenta di tenere adeguatamente sotto controllo cosa avviene nell’ambiente circostante; – un ritmo del battito cardiaco e del respiro adatto alla situazione; – una consapevolezza della propria posizione nello spazio; – il benessere psicologico in ogni condizione ambientale. Vari organi (in particolare i sensori posti nell’orecchio interno, nella retina oculare, nei muscoli, nelle articolazioni e sulla pelle) e centri nervosi garantiscono questa funzione. I disturbi dell’equilibrio sono molto numerosi e diversi tra loro, e altrettanto numerose le cause da cui derivano (di varia natura e gravità), per cui la diagnosi e la terapia di un disturbo dell’equilibrio sono spesso difficili e possono richiedere la collaborazione di diversi specialisti, tra cui la figura dell’osteopata, in grado di fare un primo bilancio attraverso specifici test di tipo meccanico ed ergonomico. Sappiamo che l’orecchio risulta essere uno dei più importanti apparati che condizionano la postura; tant’è vero che coloro i quali non sentono bene con un orecchio cercano di compensare tale deficit ruotando il capo dal lato opposto alla lesione; ciò comporterà, sicuramente, un’errata posizione del corpo potendo generare disturbi di vario genere quali: scoliosi, cervicalgie, ecc. Per le vertigini il problema risulta essere molto più complesso. Fortunatamente il nostro organismo possiede una notevole capacità di adattamento alle patologie dell’apparato vestibolare. Recenti studi hanno dimostrato che il miglioramento spontaneo è tanto più rapido quanto più sollecitamente la persona affetta recupera l’abituale attività motoria e quanto meno vengono utilizzati farmaci capaci di ridurre questa spontanea attività di adattamento. La terapia osteopatica riequilibratrice del paziente vertiginoso – una rieducazione osteo-cinetica vestibolare con difficoltà di compenso spontaneo; – una rieducazione tesa a neuro-riprogrammare la funzione dell’equilibrio; – una riprogrammazione posturale successiva all’aggiustamento vestibolare. L’osteopata, quindi, interviene in una fase valutativa iniziale e in una fase terapeutica successiva quando si escludono patologie valutate dallo specialista, garantendo così una risposta più efficace alla domanda che il paziente rivolge.
Nuccio Russo
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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