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Da: Arci Ferrara

Dopo la pausa estiva il Cinema Boldini inaugura la nuova stagione con il thriller spagnolo di Rodrigo Sorogoyen – Il Regno.
Il film è finalista al premio Lux e si è aggiudicato 7 Premi Goya. Protagonista Manuel Gomez Vidal, un vicesegretario regionale prossimo al salto verso la politica nazionale. Con i compagni di partito gestisce un consolidato sistema di potere che mescola corruzione, favoritismi e benefit di lusso. Quando il giro di corruzione viene a galla e cominciano gli interrogatori, Manuel è lasciato solo sia dai capi di Madrid, sia dagli ex amici. Espulso dal “regno”, braccato dalla stampa e indicato come principale responsabile dello scandalo, non esita a tentare ogni strada pur di salvare la reputazione e la sua stessa vita.
Il Regno verrà proiettato sabato 7 e domenica 8 settembre alle 18.00 e alle 21.00 e martedì 10 settembre alle ore 21.00.
 
Lunedì 9 settembre alle ore 21.00 prenderà il via anche la nuova stagione del Cinema ritrovato al Cinema grazie alla collaborazione e ai restauri della Cineteca di Bologna.
Sarà il restauro in 4k della copia di Easy Rider di Dennis Hopper ad illuminare lo schermo del Boldini. La proiezione sarà come sempre in versione originale sottotitolata.
Il film verrà poi replicato lunedì 16 settembre sempre alle ore 21.00.
 
Anche per l’autunno confermati gli appuntamenti di metà settimana con le proiezioni in versione originale sottotitolata.
 
Mercoledì 11 settembre alle ore 21.00 verrà proiettato il film di Xavier Dolan La mia vita con John F. Donovan.  
 
Martedì 12 settembre alle ore 21.00 in programmazione Charlie Says, il film diretto da Mary Harron pone uno sguardo sul Charles Manson attraverso l’analisi degli infami delitti perpetrati dalla Manson Family visti attraverso gli occhi di Karlene Faith, ricercatrice che ha lavorato con tre donne, entrate a far parte della setta dopo aver subito il lavaggio del cervello. Condannate alla pena di morte per il coinvolgimento nei crimini durante i quali furono assassinate nove persone, compresa l’attrice Sharon Tate, la loro pena fu in seguito convertita in ergastolo.
 
Mercoledì 18 settembre alle ore 21.00 Christo – Walking On Water – Il film che racconta l’intero processo che ha portato allo sviluppo dell’opera d’arte e di ingegneria The Floating Piers realizzata nel giugno 2016 sul Lago d’Iseo.
 
Martedì 24 settembre in proiezione il film di Luca Ragazzi e Gustav Hofer – Dicktatorship – Fallo e basta!. Il film, puntando ironicamente il dito contro la misoginia imperante, finisce per svelare gli atteggiamenti violentemente omofobi di una società grottesca quanto una commedia all’italiana degli anni ’60.
La proiezione è organizzata in collaborazione con FICE Emilia Romagna. Sarà presente in sala il regista Luca Ragazzi.
 
A chiudere le proiezioni speciali mercoledì 25 settembre alle ore 21.00 il film documentario dell’artista attivista cinese Ai Weiwei – Human Flow. Il documentario riunisce insieme filmati e interviste realizzati in oltre 22 Paesi interessati dal fenomeno dei flussi migratori. La proiezione è inserita all’interno del programma del Festival dei Diritti di Ferrara e sarà ad ingresso gratuito.
 
Da sabato sarà possibile acquistare presso il cinema i nuovi abbonamenti (abbonmaneto intero 5 ingressi 30 euro, abbonamento ridotto soci arci 20 euro, abbonamento under 30 15 euro).
 
Tra le anticipazione per il mese di ottobre e novembre segnaliamo i nuovi corsi di cinema con Roy Menarini, la proiezione del film At The Matinée, la proiezione della versione uncut di Apocalypse Now.
 
Per rimanere aggiornati sulla programmazione del Cinema Boldini è possibile iscriversi alla newsletter sui siti – www.cinemaboldini.it e www.arciferrara.org.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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