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da: Associazione Zone K

Sabato 6 Febbraio al Circolo Arci Zone K arriva un incredibile artista americano, David Zollo in concerto in trio con The Body Electric, in collaborazione con l’inossidabile Roots Music Club.
Rappresentante di primo piano della vivace scena dell’Iowa, David Zollo è una piccola leggenda del luogo, fin dai tempi della sua militanza negli High & Lonesome, antesignani del subbuglio roots-rock di questi anni. Si è costruito un apprezzamento continuo, anche da parte della critica, attraverso un costante lavoro di maturazione solista, diventando uno degli artisti di punta della locale etichetta, la Trailer Records, che lui stesso ha tra l’altro contribuito a fondare. L’assidua frequentazione di gente del calibro di Greg Brown e Todd Snider ha spinto il suo songwriting, lui che è nato essenzialmente come pianista, verso un rock’n’roll periferico e dall’aria bluesy.
Accomunabile a esponenti di un rock delle radici dal suono ruspante e sudato, Zollo ha già lasciato tracce notevoli dietro di sè con vari cd a suo nome come Uneasy Street ed il nuovo The Big Night non fa che ribadire il percorso intrapreso: rocker dal riff facile, ricama costantemente con piano ed organo sullo sfondo, dando corposità e sensualità alle sue canzoni, in un ruvido rock’n’roll di stretta osservanza Rolling Stones. Anche la voce è matura, limpida e ricca di trasporto, non graffia come richiederebbe il genere, ma assicura un’interpretazione trascinante.
Un rock stradaiolo che viaggia sulle strade secondarie del Midwest americano, incorruttibile alle mode del momento e spontaneo come pochi.
Zollo è in tour in Italia e Svizzera con due suoi vecchi amici: il virtuoso della batteria e membro stabile della sua band Brian Cooper e con uno dei migliori bassisti italiani, Andrea “Lupo” Lupi.
Occasione imperdibile per vedere ed ascoltare un concerto assolutamente prestigioso ed esclusivo.
L’ingresso al Circolo di Malborghetto Di Boara sarà Up To You riservato ai Soci Arci. L’apertura è prevista per le ore 18, l’inizio del concerto alle ore 22 circa. Per informazioni il numero è sempre il 346.0876998.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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