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da: organizzatori

Lavorare a una nuova legge d’iniziativa popolare, in opposizione alla legge 107, che restituisca alla scuola pubblica la centralità e il ruolo che la Costituzione le assegna?
Lavorare in vista di un possibile referendum abrogativo della legge 107 o di parte di essa ?
Immaginare e preparare iniziative di contrasto alla legge 107 alla riapertura del nuovo anno scolastico?

Queste le domande cui sarà chiamato a rispondere il mondo della scuola il 5 e il 6 settembre 2015 a Bologna. La legge 107 appena approvata in via definitiva è ritenuta totalmente inaccettabile perché cancella, di fatto, l’impostazione costituzionale della scuola di tutti e per tutti, fondata sul principio della libertà di insegnamento e garanzia di uguaglianza, inclusività e solidarietà.
In un tempo in cui gli spazi di democrazia e partecipazione tendono palesemente a restringersi e, le istanze provenienti dal mondo della scuola, del lavoro e della società a rimanere inascoltate, riteniamo doveroso, oltre che necessario per il bene del Paese tutto, aprire una nuova stagione di rivendicazioni, di riflessione e di lotte, in vista di un obiettivo comune: restituire alla scuola pubblica la centralità e il ruolo che la Costituzione le assegna.
Tale possibilità deve però nascere a partire dal mondo della scuola, con l’intenzione di allargarsi a tutta la società, nella presunzione/necessità di farne una battaglia generale, culturale e di civiltà in grado di parlare trasversalmente a tutte e tutti, genitori, insegnanti, studenti e studentesse, cittadine e cittadini.
Sabato 5 settembre l’Assemblea nazionale dei comitati territoriali per una nuova legge d’iniziativa popolare di riforma del sistema scolastico, procederà nella discussione già avviata da mesi per fare il punto sul lavoro fin qui svolto e giungere alfine a un articolato di legge condiviso.
Domenica 6 settembre l’Incontro nazionale di mobilitazione della scuola si interrogherà sulla possibilità concreta di indire un referendum abrogativo della legge 107 verificando se esistono le condizioni tecniche, politiche e sociali per procedere in tal senso.
Entrambi gli incontri si terranno presso Università di Bologna – Scuola di Economia – Aula 3 Piazza Scaravilli, dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
Tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica sono caldamente invitati a partecipare.

Hanno finora comunicato le loro adesioni all’incontro del 6 settembre le seguenti realtà (elenco aggiornato al 2 settembre):
COMITATI E GRUPPI LOCALI
Coordinamento scuole del VII Municipio di Roma, Comitato bolognese Scuola e Costituzione, Comitato genitori ed insegnanti per la Scuola pubblica di Padova, Coordinamento Genitori Democratici (Genova), Comitato docenti autoconvocati di Cosenza, Coordinamento scuole Versilia, Comitato scuola Corato (Bari), Autoconvocati della Scuola Roma e Lazio, Autoconvocati della scuola – Coordinamento scuole in mobilitazione di Padova, Mida precari, Retescuole Milano, CESP Centro studi per la scuola pubblica di Padova, “Cattive maestre”, “Sostengo il sostegno”, Assemblea genitori ed insegnanti delle scuole di Bologna e provincia, Manifesto dei 500, Assemblea sciopero della fame Bologna, Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza, Gruppo L.S. Amaldi di Bitetto-Bari, Coordinamento scuole Viterbo, Partigiani della scuola pubblica, Snals Bologna, Coordinamento docenti Marche, Comitato Diecincondotta Città di Castello (PG), Associazione Trapani Cambia, Coordinamento Campano Lavoratori della Scuola, Coordinamento docenti Caserta, Docenti Campani, Comitato “Articolo 33 per la difesa e il rilancio della Scuola Pubblica” di Bari, Comitati Lip (Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica) di Trentino, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna. Sindacato ORSA della Calabria.
SINDACATI e ASSOCIAZIONI NAZIONALI
FLC, Gilda, Cobas, Unicobas, USB (nazionale e Bologna), Il sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil in Flc, Per la Scuola della Repubblica, Una nuova primavera per la scuola pubblica, Non Uno di Meno, Gessetti Rotti, Illumin’Italia, Unione degli studenti, Rete della conoscenza, Link – Coordinamento Universitario, Sempre in Lotta – Coordinamento studentesco, Coordinamento nazionale per la scuola della Costituzione, Coordinamento Nazionale Professori Associati (Conpass), FIOM, Forum italiano dei movimenti per l’acqua bene comune, Libertà e Giustizia (nazionale e Bologna), Coordinamento democrazia costituzionale, ACT (agire, costruire, trasformare) nazionale ed Emilia Romagna, Coordinamento delle Ricercatrici e dei Ricercatori non Strutturati.
PARLAMENTARI e GRUPPI POLITICI
Movimento 5 Stelle, SEL, Gruppo Misto Senato, PRC, Altra Europa con Tsipras, Azione civile, Sinistra anticapitalista.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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