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da: Associazione Zone K

Sabato 30 Aprile il Circolo Arci Zone K è lieto di presentare una serata davvero speciale con il doppio concerto di due fra le band più interessanti del panorama locale e nazionale. Saliranno infatti sul palco i Modotti supportati dai Camera 66.
Il trio indipendente Modotti ritorna a calcare i palchi presentando il nuovo Ep dal titolo “Come ti senti” con il supporto di Upupa Produzioni e Fooltribe Concerti e Dischi, registrato e mixato tra il Marzo e l’Aprile del 2015 da Manuele Fusaroli presso lo studio “Natural Head Quarter” di Corlo (Ferrara). Si avvale tra l’altro della collaborazione del contrabbassista e violoncellista Alessandro Ceccangeli (nel brano intitolato Jack Ometti) mentre l’ immagine di copertina è tratta dalla serie di polaroid Tokyo, “polaroid#41”, (2009), del fotografo Michele Corleone che conferisce un tocco di movimento e poesia, misura e manifesto programmatico della nuova musica dei Modotti. Fin dalle prime note di apertura di “Come ti senti” si denota come il suono della band intraprenda un’altra evoluzione data da nuove contaminazioni sonore, mantenendo il comune intento dei musicisti di sottrarsi alla mercificazione della forma canzone. Una ricerca che ha portato Modotti a un sound ruvido e matematico dove in questo Ep si aggiunge la componente acustica; John Fahey incontra i Fugazi e le liriche essenziali ritraggono uno stato delle cose: l’individuo si fa carico della violenza e interpreta la sua strategia, sviluppa una coscienza totale dove l’arte e la libertà espressiva diventano il mezzo, strumento di lotta e parola. Dopo aver condiviso il palco a fianco di Massimo Volume, Zu, Offlaga Disco Pax, Zeus!, Enablers, Ice Age, Bob Corn, Altro, Three In One Gentleman Suit, Red Worms Farm e Ofelia Dorme, il trio Modotti ritorna senza punti interrogativi. “Come ti senti” non è una domanda bensì la reazione a ciò che ci circonda.
I Camera 66 nascono nell’autunno del 2003 dall’incontro tra Patrick e Cristian Altieri (rispettivamente piano e chitarra), Alessandro Biancani (batteria) e Alex Giatti (basso). Da subito l’intento è stato quello di far convivere le diverse influenze provenienti dai background musicali di ciascuno (rock psichedelico di fine anni 60, elettronica sperimentale a 360 gradi, post rock). I risultati attuali vedono come tratti salienti del sound del gruppo una ricerca accurata di sonorità distese e dilatate unite ad un’ elettronica minimale di concetto, voci senza tempo che ripercorrono realtà intimistiche. I Camera 66 hanno all’attivo un album autoprodotto registrato al NHQ Studio di Ferrara nel 2004/2005 dal titolo “Nessuna fretta di partire”, e la partecipazione a due compilation: “HIGH FOUNDATION 2005” (BZ Records) distribuito da Audioglobe e “Natural Born Rockers 2006” (NHQ Rec.). Tra il 2005 e il 2007 I Camera 66 hanno suonato a fianco di bands quali: Jennifer Gentle, Three In One Gentleman Suit, My Awesome Mixtape, Giorgio
Canali & Rossofuoco, The Zen Circus, Le Luci della Centrale Elettrica. All’inizio di gennaio 2008, è uscito il secondo disco autoprodotto “In Sospeso”, distribuito da UnhipRecord/Audioglobe.
Dopo una pausa durata due anni, i Camera 66 si sono ritrovati ed hanno prodotto il loro terzo album “Stasi” sotto etichetta FramebyFrame Records. Questo nuovo progetto ha trovato forma nell’improvvisazione, mantenendo le caratteriste di dissonanza e dilatazione dei suoni che ne fanno la firma di questo gruppo.
L’ingresso ad offerta libera è riservato ai soci Arci. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 22 circa. Per informazione il numero da chiamare è 346 0876998.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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