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da: Jazz Club Ferrara

Sabato 24 ottobre, ore 21.00 e ore 22.30
In collaborazione con Bologna Jazz Festival
Gianluca Petrella Cosmic Renaissance
Gianluca Petrella, trombone ed effetti
Mirco Rubegni, tromba ed effetti
Blake C. S. Franchetto, basso elettrico
Federico Scettri, batteria
Simone Padovani, percussioni
Gianluca Petrella rimette in orbita la sua Cosmic Renaissance e approda sul palco del Jazz Club Ferrara sabato 24 ottobre (ore 21.00 e ore 22.30). Il concerto rappresenta l’anteprima del Bologna Jazz Festival 2020 che prenderà il via il 30 ottobre prossimo. Liberamente ispirata ad un outsider assoluto come Sun Ra che ha rappresentato un caso unico, una sorta di scheggia impazzita della storia del jazz, la Cosmic nasce nel 2007 e da allora, attraverso tanti concerti in giro per l’Europa e tre dischi, ha continuato a svilupparsi e ad assumere forme e suoni nuovi. Petrella non compie una rilettura filologica.
In questo progetto c’è piuttosto la sottolineatura della straordinaria capacità visionaria di immaginare mondi sonori ed estetici non codificati propria di Petrella quanto di Sun Ra, che aveva chiamato Arkestra la sua band e diceva di essere venuto sulla terra da qualche parte dello spazio. Nel tempo, la Cosmic Renaissance ha assunto i tratti di Petrella sia nel repertorio che nella formazione, in una ricerca libera e personale che rappresenta sempre più il trombonista e leader pugliese.
Oggi, il quintetto è completato da Mirco Rubegni alla tromba, Blake Franchetto al basso, Federico Scettri alla batteria e laptop e Simone Padovani alle percussioni. Petrella, skipper di questa traversata spaziale, è un artista il cui talento gode ormai, da tempo, di un condiviso riconoscimento internazionale. È considerato uno dei maggiori trombonisti al mondo (ha vinto per due anni consecutivi il celebre Critics Poll di DownBeat nella categoria artisti emergenti), e nell’arco di una carriera più che ventennale ha collaborato con artisti come Steve Swallow, Greg Osby, Carla Bley, Steve Coleman, Lester Bowie, Roswell Rudd, Ray Anderson, Pat Metheny, Oregon, John Abercrombie, la Sun Ra Arkestra diretta da Marshall Allen e con i più importanti musicisti italiani tra i quali Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani e Giovanni Guidi. Petrella ha composto, eseguito e inciso musica spaziando tra diversi generi, dalla sperimentazione all’elettronica, al mainstream. Siete pronti a intraprendere questo viaggio galattico con destinazione ignota.
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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